Il virus dello spione

di Stefano Pezzola

Una nuova epidemia sta contagiando il nostro Paese.

Silente, pericolosa, subdola.

Si chiama epidemia delle segnalazioni.

Al desiderio di prevenzione si è ormai sostituita una voglia morbosa di denuncia anonima e indistinta degli altri.

Di chi – a parere dei nuovi garanti dell’ordine pubblico – non rispetta le regole o addirittura non è in possesso del green pass.

Le forze dell’ordine sono colpite dalla nuova pandemia, subendo ogni giorno un incremento di telefonate da parte di cittadini che accusano il proprio vicino di violare un tal Decreto Legge, che spesso non hanno neppure letto.

Persone, insomma, che godono nel fare le spie.

Non ce ne vogliano, dei depressi e disperati.

Segnalazioni anonime alle forze dell’ordine!

Il nuovo Nemico Nazionale – indiscriminatamente – è chi non è in possesso del green pass divenuto un gadget ornamentale da indossare e mostrare con fierezza nelle vasche in Corso Italia.

Ma anche una gara alla delazione a mezzo social network.

Perché è cosa buona e giusta denunciare chi trasgredisce alle regole mettendo a repentaglio la nostra salute.

In un clima generale che ha il sapore decisamente più di repressione che di prevenzione.

Come raccontato magnificamente nella peste manzoniana della Storia della colonna infame, gli uomini iniziano a dubitare dei loro simili, e poi finiscono per odiarli tout court, privandoli anche del mutuo riconoscimento di parti dello stesso corpo sociale”.

Come per molto altro di questa crisi psico pandemica, l’Italia è al primo posto anche per le segnalazioni, una ossessione diventata addirittura argomento di conversazione tra i delatori assembrati.

Le cronache ci riportano storie di spionaggio in ogni città, riguardanti qualsiasi attività che si ostini nelle sua routine – pur con buon senso e precauzioni – in barba però ai divieti.

Gli spioni stanno emergendo come alleati entusiasti delle autorità.

Spesso sono le stesse forze dell’ordine a dover invitare alla calma, al rispetto.

Ragionevoli e amichevoli con gli altri?

Non se ne parla proprio.

Reazioni – quasi sempre sproporzionate e discrezionali- che testimoniano la totale incapacità dello Stato italiano di mantenere un rapporto di fiducia con i suoi cittadini.

Vi è ormai la necessità di affidarsi soltanto a strumenti di minaccia e terrore per mantenere l’ordine.

Ma sono davvero indisciplinati questi cittadini che rifiutano il green pass e pongono domande da mesi senza ottenere risposte?

“Alcune persone non accettano che altre si comportino differentemente da quanto gli è stato imposto di fare”.

Spioni che non percepiscono neppure piu’ l’imposizione come una imposizione, in fondo è soltanto la nuova normalità.

Io credo che c’è piu’ paura per sé stessi – una forma di egoismo distopico – che l’avere a cuore la sorte degli altri, poiché per la mente umana avere a che fare con un nemico interno è molto peggio che avere a che fare con un nemico esterno da cui difendersi aggregandosi con altri delatori.

Sta di fatto che forse varrebbe la pena ricordare che durante le catastrofi o le guerre, i pazzi tendano sempre a sentirsi più “normali” e i “normali” a sentirsi l’eccezione.

Questa diffidenza verso gli altri, il morboso ed anche vigliacco piacere di osservare sorridendo le difficoltà del vicino più prossimo, potrebbe durare molto di più del virus SARS COV-2.

#nonstatepernientebene

Quando saremo usciti dal tunnel, chissà quanti saranno stati infettati dal virus dello spione?

Si accettano scommesse.

LEGGI ANCHE:
Una questione di lesa maestà
Perchè i vaccinati sono così arrabbiati?

I vaccini anti Covid-19 violano il Codice di Norimberga
FDA boccia la terza dose di vaccino sotto i 65 anni: 16 voti contrari e 2 favorevoli

Green Pass: due dosi all’anno in cambio della libertà
Green Pass, un “lasciapassare” che discrimina

© Riproduzione riservata

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED