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“Lfi: procedere… con prudenza”

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“Lfi: procedere… con prudenza”
Roberto Bardelli

Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata correttamente ritirata la pratica sul futuro di Lfi, azienda pubblica di trasporto su ferro. Sono ancora troppi i punti non chiari o che comunque meritano attenzione e riflessione. Purtroppo, come spesso accade, si parla di privatizzazione ma in realtà si prefigura il passaggio da un monopolio a un altro.

In particolare, con il progetto attuale il pubblico dovrebbe passare al 40% e di conseguenza la parte privata avrebbe la maggioranza. La prima domanda allora è: non sarebbe meglio privatizzare tutto? Non è che quel fatidico 40% serve solo ad alcuni gruppi politici per mantenere una poltrona e il relativo potere nel consiglio di amministrazione?

Si parla poi di investimenti e piano finanziario. Ma con una struttura societaria siffatta, chi potrà costringere la maggioranza a compierli?

Purtroppo, quando sarà modificato lo statuto i Comuni avranno scarsi poteri di trattativa, essendo in minoranza la loro partecipazione non sarà più strategica e s’indebolirà nettamente il loro potere di controllo degli indirizzi di governo della società stessa.

Un altro motivo che legittimerebbe l’operazione, così viene prefigurato, sarebbe l’eventuale gara regionale del trasporto su ferro. Una prospettiva futuribile che impone un ulteriore quesito: perché tutta questa fretta? Nessuno, nel frattempo, accenna agli errori di gestione che in questi anni sono accaduti, come per esempio l’acquisto di due milioni di euro di azioni subordinate del Monte dei Paschi di Siena, che poi a seguito delle vicende che hanno coinvolto la banca, si sono volatilizzati.

Un’ultima riflessione: fino a marzo tutto il trasporto pubblico toscano sarà bloccato in attesa di una sentenza del Consiglio di Stato. E se dovessimo ricominciare da capo anche per quello su gomma?