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Proposte per la riqualificazione e completa restituzione del Pionta alla città

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Proposte per la riqualificazione e completa restituzione del Pionta alla città
Colle del Pionta

Il Comitato Rinascita Pionta è un coordinamento che riunisce periodicamente varie associazioni e singole persone interessate al recupero e riqualificazione dell’area, che va restituita pienamente alla fruizione della città in quanto rappresenta una risorsa importante dal punto di vista paesaggistico, ambientale, storico-culturale e per l’importanza delle funzioni pubbliche che si sono consolidate e che possono essere ulteriormente sviluppate.

Vediamo con soddisfazione la recente ripresa di interesse intorno al recupero dell’area Pionta.

Il Comitato ha prodotto un documento – Carta d’intenti, sottoscritto da molte associazioni cittadine, presentato e integrato nel corso di un convegno del giugno 2019, denominato “Viva il Pionta” -, che si è poi sviluppato in una osservazione consequenziale al Piano Operativo del Comune di Arezzo, che ci risulta sostanzialmente approvata.

Nell’osservazione si sostiene la necessità di procedere ad un Piano attuativo unitario che comprenda tutta l’area, con il campus universitario, le varie scuole, il sito archeologico e tutte le aree pubbliche limitrofe. Uno strumento che consenta una rigenerazione urbana, dando vita ad un laboratorio urbanistico di progettazione partecipata, con il coinvolgimento degli enti proprietari, soggetti del terzo settore, associazioni, scuole e singoli cittadini per la definizione di un master plan unitario, ed eventuale concorso di idee per lo sviluppo della qualità progettuale. Tutto questo percorso deve essere finalizzato non solo ad eliminare il degrado e recuperare i vari immobili in abbandono, ma soprattutto a sfruttarne le numerose potenzialità. Rispetto a questa impostazione l’Amministrazione comunale si era detta favorevole non solo con l’approvazione dell’osservazione, ma anche per esplicite dichiarazioni dell’ex assessore all’urbanistica.

Per questo, anche nel dibattito attuale, ci sentiamo di riproporre da subito l’avvio di questa impostazione che ci ha sempre caratterizzato e che ci sembra anche quello più coerente per attrarre finanziamenti pubblici tipici dei progetti di rigenerazione urbana, che richiedono sempre una visione integrata e dei percorsi partecipativi.

Questo non deve significare rinviare il tema del recupero degli edifici in condizioni di degrado, (casa “ex suore”, Duomo vecchio, Villa Chianini, e altri immobili posti nel viale di accesso) ma inserirlo in un contesto complessivo unitario che poi dal punto di vista realizzativo andrà avanti per gradi e in relazione al maturare delle specifiche progettazioni e risorse.

La proposta di costituire al Pionta la “cittadella della salute” ci trova parzialmente d’accordo nel senso che siamo favorevoli a rafforzare alcune delle vocazioni fondamentali dell’area, ma temiamo che questa si traduca nel portare dentro l’area un insieme di strutture che poi rappresentino una somma delle fragilità psico-fisiche e sanitarie, perdendo le potenzialità complessive dell’area.

Premesso che, a nostro giudizio, l’hospice adesso necessita di una alternativa urgente, in prospettiva dovrebbe tornare al Pionta perché occorre avere rispetto, comprensione, solidarietà per il fine vita che deve, se possibile, alleviare sofferenza per gli utenti ed i familiari che possono trovare in quel contesto un luogo nel verde,”caldo”, accogliente.

Proponiamo di ragionare del recupero degli immobili e delle aree nel contesto complessivo, senza soluzioni calate dall’alto. 

L’area del Pionta potrebbe avere tre poli, tra loro coordinati, rafforzando e ampliando le sue attuali vocazioni.

Polo educativo-formativo

Si tratta di valorizzare la presenza universitaria per cogliere le potenzialità che esistono per un’effettiva integrazione con università straniere, assegnando all’area le caratteristiche di un campus internazionale, comprese le possibilità abitative sia per studenti che per docenti. Uno sviluppo che comporterebbe, oltre ai vantaggi intrinseci al progetto educativo e alla riqualificazione di alcuni immobili, anche un ulteriore fattore di crescita in quanto un’area non abitata ha difficoltà ad essere viva. In questo contesto, a partire dalla vecchia Biblioteca dell’Ospedale Psichiatrico può costituirsi un punto di riferimento, come proposto dal Centro Basaglia, per la memoria, testimonianza e documentazione, con il contributo della Regione Toscana, delle esperienze innovative realizzate ad Arezzo, nella regione e a livello nazione per la salute mentale.

Polo educativo socio-sanitario

Attualmente il Centro didattico formativo dell’ASL comprende corsi di laurea triennali per le professioni sanitarie (infermieristica, tecnico di laboratorio e tecnico della riabilitazione) facenti capo all’Università di Siena – facoltà di Medicina e Chirurgia. La vicina presenza dell’Ospedale San Donato, con la sua biblioteca dotata di numerose riviste nazionali ed internazionali, in cartaceo e online, fornita di aule didattiche attrezzate, può interagire con il polo formativo sanitario.

Nell’ex- padiglione oncologico hanno attuazione programmi rivolti alla prevenzione oncologica, in contiguità con la condivisa presenza dell’hospice e le cure domiciliari. Arezzo è una città ricca di volontariato attivo nel settore della salute che potrebbe trovare accoglienza in questo contesto nelle sue relazioni con il pubblico cittadino. In quest’area insiste anche la sede dell’ITIS con un indirizzo educativo bio-tecnologico.

A completamento del radicale cambiamento culturale e sanitario che ha condotto al completo superamento dell’Ospedale Psichiatrico, dovrebbe essere studiata la possibilità di chiudere l’attuale Residenza Salute Mentale del “Duomo Vecchio”, individuando un’adeguata alternativa in città mediante alloggi protetti. Si reinserirebbero così nel tessuto urbano questi cittadini che sono emarginati in prossimità del sito archeologico dell’area.    

In questo contesto la “Cittadella della salute” può andare anche bene, purché si intenda non come concentrato di strutture sanitarie e sociali per soggetti svantaggiati con il rischio di creare ulteriori situazioni di emarginazione e separatezza, in quanto non vivono in un contesto integrato di relazioni umane. La Cittadella della salute che intendiamo è cittadella del benessere psico fisico e sociale nella sua concezione più ampia. Del resto la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Peraltro già oggi all’interno dell’area Pionta si trovano già diverse strutture di tipo sanitario, tra cui: Residenza Dsm Pionta 15 utenti (che andrebbe tolta perché isolata); corso cucito (utenti dsm) luogo squallido che andrebbe spostato; corso socializzazione ceramica legno (utenti Dsm) luogo squallido che andrebbe spostato; Doposcuola per bimbi “fragili”; Consultorio; Vaccini; Centro ausili sanitari; Centro scuola infermieri.

Polo di promozione sociale, culturale, naturalistica e aggregativa

Il parco per la sua ubicazione, con il suo verde attrezzato e le sue iniziative sociali e sportive, i vari tipi di scuole che lo contornano, dovrebbe costituire un “cuscinetto” e nello stesso tempo una proiezione per i quartiere di Saione, di Pescaiola e l’area formativa del Pionta. Possono essere potenziate e riqualificate zone in parte già prefigurate: quella dei “bambini” con un bel prato ed annessi giochi, quella dei “giovani” con “Arezzo factory”, con spazi anche informali per vari sport oltre il gioco del calcio, quella della “pineta” con i tavoli da picnic, quella di aggregazione sociale con il “Centro sociale” e la “Scuola musicale 7 note” che ha incontrato un grande successo.

Adiacente alla Direzione universitaria, il teatro verde naturale, il parterre con il suo palco naturale, potrebbe essere sistemato per spettacoli musicali e teatrali all’aperto, come avvenuto in passato, ed essere inserito in un progetto culturale con Comune ed Università.

In questo polo si situerebbe anche il progetto archeologico relativo all’area del Duomo Vecchio. La Direzione generale Archeologia del Ministero dei beni e delle Attività culturali e del turismo ha nominato, anni or sono, l’Associazione Culturale Academo concessionaria dello scavo archeologico al Colle del Pionta, che ha portato a ulteriori ritrovamenti. La tettoia cadente accanto alla chiesa, la chiesa stessa, la protezione degli scavi e dei resti cimiteriali potrebbero essere al centro dell’attenzione di un progetto realmente integrato con quello sociale e quello educativo-formativo.

Nel corso del convegno promosso nel giugno 2019 sono emerse anche alcune proposte di attività che si sposano con questa impostazione integrata, che vorrebbero caratterizzare il parco complessivamente quale area di esperienze rispettose della sostenibilità ambientale, come un polo ecologico e una vetrina di esperienze interessanti e innovative valide per il resto della città e per un turismo di qualità: la realizzazione di un ostello per la gioventù, la realizzazione di una struttura ricreativa aperta alla cittadinanza lungo il viale centrale, sostenuta dal Cral dei dipendenti Asl, lo sviluppo di verde attrezzato con tavoli e panchine per favorire la sosta e il pic nic, la strutturazione flessibile di spazi per poter realizzare mercatini ecologici all’aperto, di scambio, di street food, di prodotti a filiera corta e biologici, di laboratori di educazione ambientale all’aperto per le scuole, di attività sportive all’aria aperta.

Va verificata la possibilità di predisporre ulteriori spazi per orti sociali, per realizzare campi solari estivi che quindi hanno anche necessità di strutture di supporto. Queste attività potrebbero avere carattere permanente (garantendo così il presidio quotidiano dell’area da parte degli stessi fruitori) e  occasionale (attraverso festival, spettacoli, concerti, mostre d’arte, convegni e passeggiate di tipo storico e naturalistico).

Come tutti i parchi, ed a maggior ragione per un’area verde così ricca di alberi di alto fusto, di olivi e di siepi, dovrebbe esser garantita la manutenzione costante, un’adeguata illuminazione, favorendo la frequentazione.

Una riflessione va fatta sugli accessi per rendere l’area più permeabile a livello pedonale dai quartieri vicini e dalle scuole. Va eliminata la sosta e il transito di auto all’interno se non per le strette necessità logistiche, strutturando le aree di sosta limitrofe e perimetrali.                

Comitato Rinascita Pionta