Che cosa dicono i dati al 16.3.2022 del Report esteso dell’Istituto Superiore della Sanità?

di Stefano Pezzola

Dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 16 marzo 2022 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 13.428.135 casi, di cui 154.954 deceduti.
Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che in Italia il 17 marzo 2022 la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata del 99,86%.
Nel corso dell’ultima settimana si è registrato un aumento del numero dei casi segnalati, ma il numero delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva continua a diminuire. In diminuzione anche il numero settimanale di decessi.
Al seguente link è possibile scaricare il nuovo Report pubblicato il 18 marzo 2022 dall’Istituto Superiore della Sanità (Report Esteso ISS al 16.3.2022).
Raggiungiamo pagine 26) per analizzare la tabella 4A) riferita al numero di casi di Covid-19 tra la popolazione di età uguale o maggiore a 5 anni.

Il totale dei casi segnalati al 13.3.2022 è pari a 1.276.561 di cui 320.381 (25%) tra i non vaccinati e 956.180 (75%) tra i vaccinati.
Colpisce il dato che 602.042 ovvero il 47.16% di contagi sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo completo + dose aggiuntiva booster.
Il dr. Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, intervistato dal Corriere della Sera, alla domanda se sia possibile reinfettarsi dopo aver contratto il virus pochi mesi, ha risposto che “sì, il rischio esiste anche con tre dosi di vaccino soprattutto se l’infezione precedente era dovuta alla variante Alfa (la cosiddetta inglese) e Delta (indiana). La variante Omicron, che presenta alcune mutazioni diverse sulla proteina Spike e quindi è capace di eludere l’immunità precedentemente sviluppata, è oggi la predominante”.
Alla domanda invece quanto possa durare realmente la protezione della terza dose di vaccino ha risposto che “si ipotizza che la durata sia di almeno quattro mesi ma il tempo varia da individuo a individuo. La risposta allo stimolo vaccinale è soggettiva. Gli attuali vaccini sono prodotti sul ceppo originario del Sars-CoV-2. In oltre due anni il virus è cambiato molto e ha affinato la capacità di aggirare le difese. Ecco perché il rischio di reinfezioni è sempre stato una realtà”.
Proseguiamo l’analisi del Report raggiungendo pagina 27 ove è riportata la tabella 4B) riferita agli ospedalizzati e ricoverati in terapia intensiva tra la popolazione di età uguale o maggiore a 5 anni.
Il totale delle ospedalizzazioni al 27.2.2022 è pari a 25.093 di cui 7.093 (28%) tra i non vaccinati e 18.000 (72%) tra i vaccinati.
Anche in questo caso colpisce il dato che 10.840 ovvero il 43.20% di ospedalizzazioni sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo completo + dose aggiuntiva booster.
Il totale dei ricoveri i terapia intensiva sono pari a 1.411 di cu 549 (38%) tra i non vaccinati e 862 (62%) tra i vaccinati.
Raggiungiamo infine pagina 28) ove è riportata la tabella 4C) riferita ai decessi tra la popolazione di età uguale o maggiore a 5 anni.

Il totale dei decessi al 20.2.2022 è pari a 6.479 di cui 2.117 (32%) tra i non vaccinati e 4.362 (68%) tra i vaccinati.
Secondo il dr. Arnaldo Caruso “se messi sulla bilancia con lo sforzo organizzativo, i vantaggi di un altro richiamo sarebbero molto esigui. Un team di ricercatori israeliani ha misurato la durata dell’immunità di una quarta dose nel personale sanitario: non supera i 2 mesi”.

La campagna vaccinale di massa Covid-19 con farmaci mRNA sembra essere destinata a durare, ma è chiaro e scientificamente provato come le mutazioni veloci del virus rendano quasi del tutto inefficaci i farmaci, che necessitano di lunghi studi e fasi di sperimentazione.
I dati forniti questa settimana dall’Istituto Superiore della Sanità – senza far ricorso ai moltissimi studi pubblicati su PubMed, Lancet, Nature ed altre autorevoli riviste – confermano che anche le persone che hanno ricevuto il ciclo completo + dose aggiuntiva booster si contagiano con facilità, sono ospedalizzate, anche in terapia intensiva e soprattutto possono incorrere nella morte.

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