Chi è davvero Volodymyr Zelensky?

Zelensky, storia di un presidente soltanto formalmente democraticamente eletto.
Come ha fatto Volodymyr Zelensky a passare da attore che fingeva di essere presidente in uno show televisivo a presidente dell’Ucraina?
Chi c’è dietro la sua ascesa?
Queste ritengo essere legittimi domande, così come legittimo sarebbe chiedersi perché sia diventato un nome così familiare negli Stati Uniti per il ruolo chiave che ha svolto nel primo impeachment del presidente Trump.
E come abbia fatto ad acquistare due anni fa una villa da 3,8 milioni di euro nella zona di Vittoria Apuana, quella prediletta dai nouveau riche dell’est, russi soprattutto.
Per ironia della sorte, un ritiro vacanziero proprio nella tana del nemico.
Sarebbero domande legittime, certo.
Ma come spesso accade trai giornalisti di regime, domande che non possono e debbono essere fatte perché Volodymyr Zelensky è il Buono, Vladimir Putin il Cattivo e Aljaksandr Lukašėnka il Brutto (in effetti lo è davvero!).
Dunque tutti sanno, o forse non tutti, che Volodymyr Zelensky è diventato famoso in patria prima come attore e comico, poi con una società di produzione chiamata “Kvartal 95″ fondata nel 1997 che, tra gli altri, ha prodotto uno spettacolo televisivo in cui per l’appunto vestiva i panni del Presidente dell’Ucraina.
A partire da ottobre 2015 la fiction è andata in onda per quasi 4 anni con un grandissimo successo di pubblico, poco interessato alle scarse qualità attoriali del presidente.
“The Servant of the People”, questo il titolo della fiction – grazie a Dio non arrivata in Italia ma ahimè mai dire mai –  è andato in onda sul canale televisivo 1 + 1 di proprietà di Ihor Kolomoyskyi, che è anche il fondatore di Privatbank.
Kolomoyskyi è stato inserito due anni fa da Forbe tra le persone più ricche nate nel 1941.
Già stretto alleato dell’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko e dell’ex presidente e banchiere centrale, Victor Yushchenko, nel 2010 si rifiutò di finanziare la campagna elettorale del presidente Kolomoisky.
Ha anche una partecipazione di controllo in Burisma, la compagnia petrolifera e del gas ucraina all’interno dei cui Consiglio di Amministrazione siede dal 2014 Joe Biden.
Che sia il figlio del Presidente Americano?
Kolomoyskyi è un personaggio davvero interessante.
Fu nominato governatore dell’Oblast’ di Dnipropetrovsk, molto vicino a Donetsk, dopo l’inizio della guerra con i separatisti e contribuì a finanziare molti dei battaglioni di volontari, tra cui il neonazista Azov Bat.
Ha la cittadinanza ucraina e israeliana, così come la cittadinanza cipriota ed ha usato molto denaro per risollevare la comunità ebraica in Ucraina.
Kolomoyskyi ha depredato di miliardi di dollari le banche ucraine trasferendoli negli Stati Uniti con il pretesto di finanziare una società siderurgica.
Ed è anche sotto inchiesta in Israele per aver comprato 20 milioni di dollari in carbone, vendendolo immediatamente e liquidando la società di intermediazione prima che l’assegno potesse essere riscosso dal venditore del carbone, un oligarca bielorusso.
Ha frodato anche un oligarca russo per diversi miliardi di dollari, ed è persino entrato nella lista black list di Poroshenko, il predecessore di Zelensky, per aver intimidito i funzionari statali con la sua stessa milizia.
Insomma non proprio un galantuomo.
È stato licenziato come governatore dell’oblast dell’area di Dnipro nel 2014 e immediatamente ha deciso di finanziare  la fiction “Servant of the People” del futuro Presidente/attore Zelensky.
Questo è il potere che sta dietro a Volodymyr Zelensky, un burattinaio che ha derubato oligarchi bielorussi e russi per miliardi di dollari.
Il presidente è salito al comando con l’impegno di “ripulire” il paese dell’Europa orientale, ma i Pandora Papers rivelano che assieme alla sua stretta cerchia di amici ha utilizzato una rete di società offshore, tra cui alcune londinesi, per riciclare denaro.
Ha ottenuto 41 milioni di dollari dalla Privatbank di Kolomoisky per finanziaria la sua società di produzione cinematografica.
È abbastanza evidente che Zelensky appare come un burattino nelle mani di Kolomoyskyi e cosa più inquietante il suo ruolo in Servant of The People viene costruito fin dall’inizio, come “la vita che imita l’arte” sullo stile di “Wag the dog”.
Le costose proprietà di proprietà di Zelensky e dei suoi amici non si limitano a Londra.
George Webb, giornalista investigativo, ha twittato un video dove afferma: “Abbattere la Russia? Iniziamo intanto con una villa da 35 milioni di dollari a Sunny Isles in Florida costruita assieme a Kolomoisky ed oltre 1,3 miliardi di dollari a suo nome nella banca dello stesso Kolomoisky”.
Un mecenate davvero, un presidente dal popolo per il popolo.
Mentre non ci sono legami evidenti tra Kolomoisky e il World Economic Forum, evidenti e sotto gli occhi di tutti sono i legami evidenti di Zelensky.
Ha anche un profilo sul sito web del World Economic Forum.
Non sorprende quindi che Klaus Schwab abbia dato il suo sostegno all’Ucraina, promettendo di fare “tutto il possibile per aiutare il paese”.
Durante un discorso nel febbraio 2020 al WEF, che si è svolto pochi mesi prima della controversa riunione sul Great Reset, il neo eletto presidente Zelensky dichiarò:
“Vorrei sottolineare i progetti del Forum per l’Ucraina, ovvero: Scenari del futuro per l’Ucraina, iniziativa di Ginevra per l’Ucraina e la nuova visione economica per l’Ucraina, e vi ringrazio per quanto è già stato fatto contando sulla futura proficua collaborazione”.
Ci si chiede allora chi stia effettivamente gestendo l’Ucraina.
In “Scenari per l’Ucraina 300″ tra leader governativi, imprenditoriali e personalità della società civile, nonché esperti di spicco vennero delineati diversi percorsi per il futuro sviluppo economico dell’Ucraina, redigendo un rapporto nel 2014.
“In Iniziativa di Ginevra per l’Ucraina” i leader di Ucraina, Federazione Russa, Europa e Stati Uniti si riunirono a Ginevra, il 14 settembre 2014, elaborando dieci proposte per aiutare a risolvere il conflitto.
Ecco invece parte del discorso di Zelensky a Davos nel 2020:
Gli argomenti che vengono discussi qui a Davos si concentrano sempre sullo stato del mondo moderno e chiariscono le sfide che l’umanità deve affrontare. E quest’anno per unire i leader per discutere un argomento estremamente importante il mondo coeso e sostenibile. La più grande minaccia per un mondo coeso e sostenibile è la sicurezza. Gli investitori occidentali devono diventare gli stakeholder, gli azionisti del successo di una nuova Ucraina, un luogo in cui i miracoli si avverano“.
Ascoltando queste parole sembra quasi che siano sedicenti uomini d’affari con i loro interessi che abbiano causato il conflitto in Ucraina.

https://www.youtube.com/watch?v=pzAJioaQgNk

“Possiamo uscire da questo inferno soltanto se noi riconosciamo i nostri errori” ha detto il prof. Alessandro Orsini, Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS.
Aggiungendo che “tutte le grandi potenze, o quelle che ambiscono a essere grandi, hanno delle linee rosse. Gli Stati Uniti hanno delle varie linee rosse, una delle quali è Israele, che non può essere toccato. La Russia ha una linea rossa in Ucraina e Georgia. La Cina, quando le sarà possibile farlo, ha una linea rossa a Taiwan. L’Unione europea non ha linee rosse e avrebbe dovuto dire a gli Stati Uniti: Noi vi amiamo ma abbiamo una linea rossa che voi americani non dovete permettervi di superare”.
È un’invasione terribile e Vladimir Putin è entrato nel territorio ucraino, ma bisogna essere molto attenti e cauti a non scivolare verso una facile propaganda che non aiuta nessuno.

© Riproduzione riservata

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED