I rischi relativi al business di Pfizer nella commercializzazione del vaccino Covid-19

di Stefano Pezzola

La televisione è quella bestia insidiosa, quella Medusa in grado di paralizzare miliardi di persone a occhi sbarrati ogni sera, quella sirena che canta, chiama e alletta, promettendo così tanto e concedendo, in definitiva, così poco” ci ricorda Ray Bradbury.

Nell’ultimo anno se invece di ascoltare alla televisione le notizie diffuse ad hoc da Pfizer BioNTEch sui mirabolanti risultati ottenuti dal loro farmaco/vaccino Comirnaty ci fossimo limitati a leggere i documenti, approfondendo con letture di studi scientifici, oggi avremmo senza dubbio un quadro generale più veritiero e rispondente alla realtà.

Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid denominato Comirnaty nonché le conseguenze sul suo business miliardario dovute alla fine della pandemia.

Non lo dicono i quotidiani nazionali profumatamente finanziati da Big Pharma e neppure la televisione, bensì è scritto nero su bianco nell’ultimo Report rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021.

QUI puoi scaricare il documento completo in formato pdf.

Concentriamoci nella lettura del capitolo a pagina 39) intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività”.

Traduciamo “ rischi associati ai dati preclinici e clinici (inclusi i dati di fase 1/2/3 o di fase 4 per Comirnaty), in uno qualsiasi dei nostri studi in pediatria, adolescenti o adulti che includa la possibilità di nuove sfavorevoli dati preclinici, clinici o di sicurezza e ulteriori analisi di dati preclinici, clinici o di sicurezza esistenti o ulteriori informazioni sulla qualità dei dati preclinici, clinici o di sicurezza, anche mediante audit o ispezione”.

Che possiamo sintetizzare con  “vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi”.

Poche righe sotto si accenna ai rischi economici derivanti dallapossibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.

Fin dalla prima pagina del documento – che invito l’attento lettore a consultare e approfondire con molta attenzione – sono presentati i dati inerenti i ricavi dell’azienda rapportati a quelli conseguiti nel 2020.

Pfizer ha registrato un fatturato complessivo di 81,3 miliardi di dollari, con una crescita del 92% rispetto all’anno precedente e ciò, quasi esclusivamente, grazie alla vendita dei vaccini anti-Covid.

Ad offuscare questo eccezionale scenario economico, vi sono appunto le preoccupazioni relative ai dati clinici e preclinici, all’efficacia e agli effetti avversi dei sieri anti-Covid19, analizzate nel Report.

E questi rischi riguardano soprattutto il timore della diffusione di ulteriori studi clinici e preclinici, dopo che un giudice federale del Texas ha imposto alla FDA di pubblicare 55000 pagine al mese della documentazione dei test clinici del vaccino Pfizer-BionTech.

Si legge che i problemi per l’attività della multinazionale potrebbero derivare, come detto, dal “rischio associato ai dati preclinici e clinici (compresi i dati della fase 1/2/3 o della fase 4 per Comirnaty), inclusa la possibilità di ulteriori informazioni riguardanti la qualità dei dati preclinici, clinici e di sicurezza che possono emergere in seguito a audit e ispezioni”.

Il presidente e amministratore delegato Albert Bourla ribadisce gli enormi successi da Pfizer e conseguiti negli ultimi due anni i quali, a suo dire, “hanno fondamentalmente cambiato la Pfizer e la sua cultura per sempre”.

Vorrei rassicurarlo segnalandogli che ahimè hanno cambiato profondamenti anche la vita di miliardi di cittadini del mondo!

Guardando al futuro dichiara poi che “ovunque in Pfizer vedo colleghi ispirati da ciò che abbiamo raggiunto e determinati a fare parte della prossima svolta che può cambiare il mondo per i pazienti in difficoltà. Siccome entriamo nel nuovo anno, non vedo l’ora di vedere tutto quello che realizzeremo insieme”.

Non vedo l’ora anch’io, nella convinzione che la narrazione debba finalmente cambiare portando alla luce tante verità celate e tante menzogne dispensate come verità durante l’ultimo anno.

Bourla chiaramente non esclude la necessità di una quarta dose e l’ipotesi di richiami per diversi anni, in quanto “il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Per questo si è fatta strada l’ipotesi di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale”.

Quando alla televisione sentirete queste parole riportate dal Ministro Speranza o dai vertici di ISS ed AIFA saprete in anticipo da chi sono state ispirate e suggerite.

Dal loro personale Spin Doctor, Mr. Bourla che da oltre un anno e mezzo detta l’agenda della politica internazionale imponendo l’acquisto di miliardi di dosi del suo prodotto.

Non deve sorprendere né scandalizzare che il documento Pfizer parli della pandemia come di un affare, né che si auspichi una quarta dose e richiami annuali.

Quello che deve sconcertare è l’assoluta assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica, innanzitutto Ema e Oms.

Ormai è talmente evidente il timore rispetto a quanto si potrà scoprire nell’immediato futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse.

Siamo di fronte ad una azienda che in buona sostanza palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto – e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone – e stato testato con procedure imperfette, sia meno efficace di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso.

Non a caso poche settimane fa il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha evidenziato in un editoriale dai toni molto duri la necessità che i ricercatori possano immediatamente entrare in possesso dei dati grezzi raccolti nelle sperimentazioni dei vaccini anti-Covid.

Richiesta come immaginabile al momento non ascoltata.

Del resto “la televisione è un’arma di distrazione di massa” e in Pfizer lo sanno bene.

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