Il dramma di Hong Kong: 86% della popolazione vaccinata e record di contagi e decessi

di Stefano Pezzola

Oggi Hong-Kong è la dimostrazione incontrovertibile che non è possibile fermare la diffusione del virus SARS COV-2, ma è necessario conviverci mettendo al riparo le persone più a rischio, ovvero gli anziani e coloro che hanno patologie pregresse, perché soltanto l’età e le fragilità individuali sono i veri fattori di rischio.

Cosa sta accadendo ad Hong-Kong?
Hong-Kong ha avuto più casi di coronavirus nei primi tre mesi del 2022 che nel 2020/2021 assieme e questo nonostante alti livelli di vaccinazione in tutto il territorio, addirittura superiori a quelli italiani e nonostante la sostanziale bassa letalità della variante Omicron.

Attualmente Hong-Kong ha anche la più alta mortalità per COVID-19 mai registrata da inizio pandemia.
E’ ormai evidente che il virus SARS-CoV-2 è un virus a RNA che va gestito in maniera identica al virus influenzale, attuando le massime misure di prevenzione per gli anziani e per i fragili, inclusa l’immunizzazione a breve termine in coloro che hanno patologie concomitanti.
Ricordiamoci infatti che la letteratura scientifica ha abbondantemente dimostrato che l’aver avuto una precedente infezione virale permette la massima protezione individuale mediante lo sviluppo di anticorpi ed immunità cellulo-mediata di tipo naturale.

IL DRAMMA DI HONG KONG può riassumersi nello tsunami Omicron dei primi mese del 2022 con un totale di 733.000 casi (26.000 nuovi casi al giorno) su una popolazione di 7,2 milioni di abitanti, e un tasso di mortalità che è il più alto mai raggiunto in un Paese industrializzato (peggiore persino di quello dell’Italia).
All’inizio di marzo a Hong Kong, circa 1 persona su 20 tra i malati di Covid moriva per l’infezione dopo due settimane: una letalità maggiore di quella toccata a Londra ad aprile 2020.
Solo nelle ultime settimane si sono contati più di 3.000 morti per Covid, per lo più nella popolazione anziana con un tasso di vaccinazione complessivo dell’86%.
Scene da incubo in una città ricca e ipertecnologica che sta soffrendo forse più di Wuhan di questa nuova ondata del Covid-19.
Hong Kong ha seguito la politica della Cina continentale, di fatto chiudendo le frontiere e inseguendo la linea «Zero Covid».
Forse non è chiaro che gli attuali giovani saranno gli anziani del futuro, ed è impensabile anche solo immaginare di immunizzare a ciclo continuo coloro che hanno un rischio pari a zero, o quasi, di mortalità da COVID-19 in assenza di patologie concomitanti.

Il virologo dell’Università di Hong Kong Vijaykrishna Dhanasekaran ha detto che un fattore dietro l’alto tasso è stata la “popolazione ad alta densità e gli spazi angusti di Hong Kong, specialmente nei complessi residenziali pubblici“.
Il virologo Siddharth Sridhar del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Hong Kong ha affermato che “il tasso di mortalità Covid-19 di Hong Kong è stato tragico ma previsto, puntandolo su una tempesta perfetta di bassi tassi di vaccinazione tra gli anziani, bassi tassi di infezione precedente e un sistema sanitario sopraffatto“.

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