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L’uso dei droni per monitorare il distanziamento sociale

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di Stefano Pezzola

Shanghai ancora in lockdown duro.
Tamponi di massa e tutto chiuso per Covid
Un drone intima di stare in casa.
La rabbia dei residenti di Shanghai sottoposti a lockdown dal 28 marzo scorso si è trasformato nelle ultime settimane in proteste con scene di caos e tensioni tra i cittadini e il personale sanitario e di sicurezza della metropoli.
Una citta, è bene ricordarlo, dove vivono 26 milioni di persone.
Tanti cittadini che si recano davanti alla sede di una stazione di polizia, violando quindi l’isolamento domiciliare, per far sentire la propria voce.
Davanti a loro personale in tuta bianca e funzionari in divisa che urlano la loro rabbia per le condizioni a cui sono sottoposti da settimane sotto l’occhio attento di un drone.
E poi l’assenza di consegne di generi alimentari e di prima necessità, uno dei maggiori problemi con cui le autorità della metropoli cinese hanno a che fare in questi giorni.
Le autorità cercano di impiegare armi meccanizzate nella battaglia di Shanghai contro il Covid, una battaglia è bene dirlo folle alla ricerca di zero contagi.
Stanno schierando anche cani-robot.

Video diffusi sui social media cinesi mostrano scene tra l’apocalittico, il distopico e l’amaramente ridicolo: strade deserte, svuotate dal traffico e dagli abitanti, sono attraversate da una specie di bassotti metallici radiocomandati che diffondono istruzioni con un altoparlante fissato sulla groppa: “Restate a casa, indossate la mascherina, lavatevi spesso le mani, prevenite la pandemia con metodi scientifici”.
Il tutto sotto l’occhio vigile di droni che occupano il cielo per fotografare e filmare tutto.
Droni in volo tra i palazzi di Shanghai, per scoraggiare la gente che di notte ha cominciato ad affacciarsi ai balconi e gridare la propria frustrazione contro il confinamento a tempo indeterminato.

Controllate il vostro desiderio di libertà. Non aprite le finestre per cantare o gridare, questo accresce il rischio di trasmettere il coronavirus”, scandisce la registrazione diffusa dal drone.
Afferma il presidente cinese: “dobbiamo continuare a mettere il popolo sopra tutto, la vita sopra tutto, dobbiamo aderire alla precisione scientifica, allo zero dinamico nella circolazione del Covid-19”.
La precisione scientifica?

Credo che a questo punto Vi sia ben poco da sorridere, ritenendo che si tratti di una realtà lontana, di una prospettiva impossibile per un paese “democratico” come il nostro.

Sei proprio sicuro?
Proviamo a fare un esercizio di memoria.

23 marzo 2020.
Coronavirus: l’Italia approva l’uso dei droni per monitorare il distanziamento sociale“.
La polizia locale è autorizzata ad utilizzare i droni per monitorare i movimenti dei cittadini durante la pandemia di coronavirus.
L’Autorità per l’Aviazione Civile (Enac) conferma la propria approvazione dopo aver ricevuto richieste di ulteriore supporto da parte di molte unità di polizia locale.
L’autorizzazione all’uso dei droni durerà fino al 3 aprile, quando le restrizioni di viaggio in Italia saranno “teoricamente” revocate.

Talmente teoricamente che sono ancora oggi in vigore.

L’ENAC afferma che possono essere utilizzati in aree urbane o dove ci sono piccole popolazioni esposte al rischio impatto.
Ma ci saranno restrizioni sull’uso dei droni vicino agli aeroporti civili e il peso di 25 chilogrammi dei droni che possono essere utilizzati.
Un certo numero di sindaci e politici in tutta Italia utilizzarano i social media per sfogare la loro frustrazione per il fatto che molti cittadini non hanno obbedito alle misure di blocco nazionali.

Se qualcuno viene a spiegarmi che rinunciare a fare jogging se non si è al sicuro è un problema drammatico, lo porterò con me a vedere i reparti ospedalieri“, le dichiarazioni di un premuroso Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna.
Diverse regioni d’Italia, tra cui Emilia-Romagna e Lombardia, iniziano subito ad utilizzare droni e altre attrezzature per far rispettare le restrizioni di quarantena.
Già a quella data il ministero dell’Interno italiano riferisce che oltre 92.000 persone e più di 2.000 aziende sono state segnalate per aver violato le restrizioni di movimento.

Pericolosi sovversivi che magari si sono permessi di uscire al mattino presto per fare una corsa in solitaria in un parco.
Oppure anziani che si sono recati a piedi a prendersi cura del proprio orto.
Criminali insomma, fautori del libero pensiero.
Il lockdown in Italia è iniziato il 10 marzo 2020 ed i cittadini possono uscire di casa soltanto per andare al lavoro, acquistare beni di prima necessità o per motivi di salute.
Sotto lo sguardo vigile di un drone, anche nella nostra città.

E ancora il 17 dicembre 2020.

Natale in Italia: lockdown, coprifuoco e droni“.
Le restrizioni italiane nel periodo natalizio sono ancora in discussione, con la polemica sulla libertà di spostamento tra i piccoli comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno a tenere banco negli ultimi giorni.
L’Italia ha adottato misure più severe per il periodo natalizio, bloccando gli spostamenti tra regioni, anche quando sono in zona gialla, e limitando la mobilità all’interno del proprio comune a Natale, Santo Stefano e Capodanno.
Quest’ultima misura è stata oggetto di discussione al governo e quindi emendata, perché giudicata discriminatoria nei confronti di chi vive nei piccoli centri abitati rispetto alle grandi città.
Tuttavia, il passaggio di alcune regioni chiave da zona arancione a gialla ha generato numerose code e assembramenti nelle città, che hanno subito preoccupato l’esecutivo.
Nuove misure restrittive restano quindi al vaglio nel periodo di Natale.
I droni continuano a volare nei nostri cieli.

Ti eri dimenticato, vero?

Oppure hai rimosso tutto con il tasto “erase” del computer?
Eppure è accaduto, tutto, nel nostro “democratico” paese.
Come è accaduto leggere: “Coronavirus, la spiaggia di Rimini fa il giro del mondo e finisce anche sulla Bbc”.
Un uomo solo a prendere il sole, attorniato da vigili in quad, ripreso da un drone.
Un semplice un uomo sdraiato su un lettino a prendere il sole sull’arenile deserto attorniato dalla Polizia Locale.
L’immagine finisce sulle pagine social degli utenti del Web di mezzo mondo scatenando numerosi commenti, alcuni favorevoli e altri anche polemici, sull’operato dell’Amministrazione riminese.
Ancora oggi mi chiedo chi fossero quei cittadini che esprimevano commenti favorevoli nei confronti della polizia locale in tenuta antisommossa.
O forse lo so bene ma voglio far finta di non saperlo.

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