Ma il Green è un mezzo oppure un fine?

di Stefano Pezzola

Credo che arriveremo ad un momento in cui il Green Pass non sarà più richiesto, anche se è uno strumento che rimarrà disponibile, qualora ci fosse la necessità di affrontare una situazione, e ci auguriamo questo non accada. Però ritengo ragionevole pensare che a fine maggio, nel nostro Paese, il Green Pass potrà non essere richiesto: questo è l’obiettivo del governo”, queste le parole del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.
Sempre a proposito del Certificato Verde il sottosegretario ha sottolineato come “sia stato utilissimo perché ha permesso di gestire la pandemia ma soprattutto ha permesso un percorso di riaperture di tutte le attività“.

Ha ricordato infine che in settimana, “verrà approvato il decreto che prevede un progressivo allentamento delle misure restrittive, tra cui anche l’utilizzo del Green pass”.
Insomma, mi sono persuaso – prendendo a prestito un simpatico modo di dire del Commissario Montalbano – che questi galantuomini non abbiamo nessuna intenzione di togliere il Green Pass poiché si tratta di un fine e non certo di un mezzo.
Una proposta di buon senso potrebbe essere che se lo tengano ben stretto tutti quei cittadini che riconoscono in esso una qualsivoglia utilità sanitaria.

Ben inteso però con una scadenza che verrà prorogata soltanto nel caso risultino in regola con il programma di vaccinazione ad libitum.
Per tutti gli altri, cittadini non schiavi e dotati di libero pensiero, BASTA con il Green Pass.
Il Lascia Passare Verde – il Presidente Draghi oggi può confermare – non garantisce luoghi sicuri contro il contagio, tutt’altro.
E’ soltanto un meschino, vile e ignobile ricatto, una tessera di fedeltà al governo dei migliori.

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