Nove su dieci: non basta piu’ appartenere alla maggioranza

di Stefano Pezzola

Quando ascolto frasi del tipo “siamo liberi grazie al green pass” mi convinco ancora di più che la compassione è la più importante e forse l’unica legge di vita dell’umanità intera.

Nove su dieci ma ancora non basta, mi riferisco ai vaccinati nel nostro Paese.

Non basta più appartenere alla maggioranza, ma che dico, alla larghissima maggioranza di chi si è vaccinato e accetta le contromisure necessarie per contenere una pandemia mai affrontata prima e ancora in corso.

Dobbiamo trovare ed identificare un colpevole!

Non è bastato avere pazienza e paura.

Non è bastato vedere azzerati i nostri diritti inviolabili.

Non è bastato avere comprensione per la fragilità e le indecisioni degli altri, tacitando le nostre fragilità e indecisioni, abbiamo dovuto mettere tutto questo nel conto di un ipotetico “bene comune”.

I ventiquattro mesi di crisi sociale, economica e sanitaria – secondo taluni tra i nove su dieci – abbiamo dovuto sommare le conseguenze della protesta scriteriata di una minoranza egoista e intollerante, uno su dieci appunto, che ha preteso e pretende di gestire per conto di tutti, senza criteri scientifici ma nemmeno semplicemente logici, la situazione.

Peccato che oggi dobbiamo gioco forza prendere atto che neppure il governo dei migliori ha gestito l’emergenza con criteri scientifici, tutt’altro.

Ed allora tutto il castello cade rovinosamente!

Le minoranze sono il sale della democrazia e anche il suo banco di prova sia ben chiaro a tutti.

Questo certo non vuol dire che tutte le istanze minoritarie, comprese le più assurde e insensate, debbano trovare realizzazione.

Ma negli ultimi due anni abbiamo tentato di tacitare una comunità scientifica che chiedeva soltanto di approfondire ed acquisire dati idonei e congrui.

Abbiamo silenziato l’informazione nel nome di una narrazione unica e dominante profumatamente pagata dal governo.

Ed il dramma è che c’è ancora qualcuno che crede fermamente che l’obbiettivo era fare di tutto per ripristinare la normalità, e proprio la vaccinazione di massa ed il green pass sono stati i magici strumenti per renderlo possibile.

In nome della Democrazia taluni tra i nove su dieci, per attestare che non siamo di fronte ad una dittatura sanitaria, continuano ad evidenziare che nessun TSO è stato inflitto a chi sosteneva che la pandemia non esisteva o che le mascherine all’aperto non servivano o che non si conosceva il contenuto e gli eccipienti dei vaccini.

Si è continuato a sostenere – lamentandosi – che  nessun obbligo di vaccinazione era stato introdotto, ma soltanto un banale obbligo di sottoporsi ad un tampone ogni due giorni per poter lavorare ed entrare in molti luoghi pubblici.

A queste persone non interessano mica i diritti civili, il lavoro, la convivenza civile, il rispetto degli altri!

Macchè.

Siamo di fronte a guerrieri della luce all’incontrario.

Il guerriero della luce dorme in ciascuno di noi e dovrebbe risvegliarsi quando ci immergiamo nelle lotte del quotidiano per raggiungere i nostri obiettivi ed esigere la garanzia dei nostri diritti.

Tutti coloro che sono impegnati nella realizzazione di un sogno o che sentono l’esigenza di perseguire il proprio scopo esistenziale dovrebbero essere guerrieri della luce.

Il guerriero della luce, ci ricorda Paolo Coelho, è un’entità che ci potenzia, che ci guida ad essere persone migliori, che ci dà la forza di reagire nei momenti di difficoltà, che ci sprona a lottare fino in fondo per qualcosa in cui crediamo e che ci fa accettare, e quindi anche superare, i nostri limiti ovvero le nostre imperfezioni, il nostro errare e le nostre debolezze.

Deludenti come dittatura, una dittatura che non trova spazio e ascolto per nessuna minoranza, i guerrieri della luce all’incontrario ovvero alcuni benedetti con il siero miracoloso, sbraitano, sgomitano ed approvano ogni decisione liberticida del governo dei migliori.

In fondo siamo di fronte soltanto ad una dittatura che si sta preoccupando di trovare forme nuove affinché le proteste non debbono continuare.

Le proteste costituiscono un pericolo per gli altri, i nove su dieci, che non le condividono e sono costretti a subirle, costituiscono un pericolo per il “bene comune”.

Il bene comune?

Ma certo che siamo nati per unirci con i nostri simili e per stare in comunità con la razza umana, ce lo ricorda Marco Tullio Cicerone.

Ma oggi è davvero il concetto di libertà che deve essere attentamente considerato, sia chiaro a tutti.

Perché mettere una mascherina all’aperto, fare un vaccino senza se e senza ma o sottoporsi ad un tampone ogni due giorni per recarsi al lavoro è una lesione della libertà.

Ed è un nostro sacrosanto contestare le misure che – come è evidente oggi – non hanno funzionato e non funzionano, e sono sempre state appese a un filo sottile.

Al governo dei migliori della coesione della comunità, la coerenza e responsabilità dei comportamenti individuali non è mai interessato nulla!

Così come ad alcuni dei nove su dieci, ancora oggi convinti di aver salvato il pianeta e di essere loro soltanto i garanti del “bene comune”.

Soltanto la vita in comune, fra la gente che si ama reciprocamente, corrisponde all’ideale di felicità”.

Tutto il resto sono guerriere della luce all’incontrario.

© Riproduzione riservata

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