Obbligo vaccinale? La Chiesa austriaca non può tacere

di Stefano Pezzola

Presso lo studio del notaio austriaco Roland Luger (Pfarrg. 27 – 4240 Freistadt) sono stati depositati i nomi dei 120 sacerdoti e diaconi che hanno firmato la lettera che allego al seguente link: (Lettera Parroci Austriaci 25.3.2022)
fonte: https://www.ots.at/presseaussendung/OTS_20220407_OTS0142/offener-brief-von-oesterreichischen-diakonen-und-priestern-der-vereinigung-priester22-anhang
Siamo contrari alla vaccinazione obbligatoria per buoni e ben documentati motivi. Siamo stati in silenzio per troppo tempo e chiediamo perdono” affermano i sacerdoti firmatari della lettera aggiungendo che “la Chiesa non può piu’ tacere“.

Con il documento di cui sopra i 120 sacerdoti e diaconi austriaci invitano la Chiesa a prendere posizione pubblica in favore della libertà di coscienza.
Siamo pastori di tutto il gregge, la Chiesa cattolica ha il compito fondamentale non solo di rispettare la libertà di coscienza dell’individuo, ma di difenderla, perché la coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria”.
In Austria l’obbligo vaccinale, che prevede limitazioni alla vita sociale, sanzioni amministrative ed addirittura il carcere, è stato per il momento sospeso.
“In brevissimo tempo si è sviluppato un clima di sospetto e denuncia in cui ogni ben ponderata opposizione alla vaccinazione obbligatoria, ogni ragione, viene equiparata a una mancanza di solidarietà. È spaventoso vedere che questo tipo di marchio è applicato anche dalla Chiesa” scrivono nella lettera.

A fronte della promozione dei vaccini da parte di tanti sacerdoti e vescovi, i firmatari si chiedono se “la Chiesa si ritenga responsabile anche per il numero spaventoso di casi di danni e decessi da vaccino?”.
I 120 sacerdoti austriaci ricordano che “il Movimento per la Vita austriaco, in linea con l’insegnamento di San Giovanni Paolo II, ha affermato che chiunque usi questi vaccini trae beneficio da una struttura malvagia e, almeno implicitamente, la sostiene. Il continuo sviluppo di linee cellulari da feti abortiti e tutti gli altri usi, sempre più comuni, dei tessuti fetali ne sono palese conferma“.

Alle motivazioni etiche si aggiungono quelle mediche.
La lettera affronta la natura di questi vaccini e gli effetti avversi censurati ma anche aspetti di natura prettamente giuridica come l’incostituzionalità nei confronti di tutte quelle leggi che tutelano i diritti fondamentali dei cittadini.
Si legge ancora che “la crisi del Covid ha evidenziato, ancora una volta, come il linguaggio sia costantemente utilizzato come mezzo di manipolazione. Siamo stati in silenzio per troppo tempo, chiediamo perdono“.

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