Under 60: chi ha eseguito il ciclo completo con dose booster si infetta di più di chi non è vaccinato

di Stefano Pezzola

La Commissione Europea ha firmato un nuovo accordo con Pfizer BioNTech per la modifica del calendario di consegna delle dosi di farmaco Comirnaty che erano attese per giugno, posticipando la consegna agli Stati membri a partire da settembre 2022.
Le consegne andranno avanti per tutto l’autunno/inverno 2022/23, quando i farmaci mRNA esistenti saranno oggetto di upgrade 2.0 ovvero saranno adattati alle nuove varianti del Sars-CoV-2 in circolazione.

Alla luce di questa notizia riportata da Adnkronos (vedi il link sotto) ritengo opportuno analizzare il nuovo Report Esteso di Sorveglianza, Impatto delle Infezioni ed efficacia vaccinale pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità il 13 maggio 2022.
https://www.adnkronos.com/vaccini-covid-accordo-ue-pfizer-per-consegna-in-autunno_5lbxnODtWaPTm0lXUcmKW6

Dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 11 maggio 2022 sono stati diagnosticati e riportati 16.904.924 casi, di cui 162.319 deceduti al sistema di sorveglianza integrata COVID-19.
La regione Sicilia ha notificato nell’ultima settimana un numero inferiore di casi per problemi tecnico-organizzativi e forte pressione sui servizi sanitari
Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia (3 maggio 2022), condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che la variante Omicron risulta ormai virtualmente l’unica variante di SARS-CoV-2 circolante nel nostro Paese.
Al seguente link è possibile scaricare – come sempre – il report integrale in formato pdf (Report Esteso Covid 11 maggio 2022).
Preme ribadire come il report si ponga tra gli obbiettivi quello di valutare da una parte l’impatto delle infezioni da Sars Cov-2 e dall’altra l’efficacia vaccinale.
Proviamo ad analizzare le tabelle di riepilogo riportate da pagina 26 a pagina 28 proprio in questa ottica.

Alla data dell’8 maggio 2022 le diagnosi di positività complessive ammontano a 1.563.387 di cui 211.350 (13.52%) tra i non vaccinati e 1.352.037 (86.48%) tra i vaccinati.
Preme evidenziare che 1.101.539 casi sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo primario con dose aggiuntiva/booster ovvero il 70.45%
Sotto i 60 anni, chi ha eseguito il ciclo completo, si infetta di più di chi non si è vaccinato.
Per loro il booster è assolutamente inefficace, non lo affermo certo io ma lo attestano i dati di cui sopra, molto chiari ed incontrovertibili.
Invito l’attento e diligente lettore ad effettuare tutte le verifiche del caso.

Alla data del 24.4.2022 le ospedalizzazioni complessive ammontano a 20.920 di cui 3.306 (15.80%) tra i non vaccinati e 17.614 (84.20%) trai vaccinati.
Preme evidenziare che 14.590 ospedalizzazioni sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo primario con dose aggiuntiva/booster ovvero il 69.74%
Alla stessa data i ricoveri complessivi in terapia intensiva ammontano a 976 di cui 196 (20.08%) tra i non vaccinati e 780 (79.92%) trai vaccinati.
Preme ancora evidenziare che 653 ricoveri in terapia intensiva sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo primario con dose aggiuntiva/booster ovvero il 66.91%

Alla data del 17.4.2022 i decessi complessivi ammontano a 3.459 di cui 707 (20.44%) tra i non vaccinati e 2.752 (79.56%) trai vaccinati.
Preme evidenziare che 2.223 decessi sono riconducibili a persone che hanno ricevuto il ciclo primario con dose aggiuntiva/booster ovvero il 64.27%
Potremmo sintetizzare l’analisi dei dati con la frase “più contagi tra i vaccinati che tra i non vaccinati”.
Occorre però fare una puntualizzazione per i lettori disattenti ma anche per quelli talmente attenti da non vedere neppure ciò che sta proprio li sotto il loro naso da molti mesi.

Stavolta il paradosso statistico non c’entra un bel nulla
, visto che il paragone dei numeri di cui sopra ovvero tra numeri assoluti vale anche tra i tassi d’incidenza ogni 100.000 abitanti (vedi tabella sotto).

La tendenza è evidente e chiarissima da settimane.
Viene ignorata dai quotidiani nazionali, anzi taluni si stanno arrampicando sugli specchi per trovare improbabili giustificazioni ai numeri ufficiali.
Per i vaccinati è possibile riprendere il Covid infettandosi anche con le sottovarianti Omicron” la notizia pubblicata in prima pagina dal Corriere della Sera.
Sta di fatto che se teniamo conto di questi dati sorge spontaneo chiedersi a che cosa serva continuare a vaccinare.
La terza dose sta aiutando marginalmente soltanto gli over 60.
Della quarta potrebbero forse – ma è tutto da dimostrare – beneficiarne anziani e fragili.
E tutto il resto della popolazione?

I rischi di un ennesimo richiamo con farmaci mRNA a questo punto superano i benefici, pare non esserci dubbi.
Il paradosso statistico di Simpson, invocato da alcuni lettori, potrebbe scontrarsi sull’evidenza del fatto che anche se il farmaco/vaccino cosiddetto “anti Omicron” dovesse arrivare in autunno, probabilmente a quella data la variante Omicron sarà soppiantata da altri ceppi, rivelandosi dunque obsoleto, inutile alla stregua di quello oggi in commercio.
La domanda sorge spontanea, parafrasando Antonio Lubrano, il “difensore civico” più amato dai telespettatori qualche anno fa.

Roberto Speranza & Co. si ostineranno a voler vaccinare gli under 60, magari tirando fuori dal cassetto il vergognoso Green Pass, di fronte ad evidenze scientifiche che ne attestano l’assoluta inutilità?
Io a dirla tutta una mezza risposta ce l’avrei ma preferisco tenermela per me.

Intanto accetti il paziente lettore di leggere l’interpretazione fornita da Fabrizio Pregliasco che afferma: “Questo è un po’ l’elemento che ci preoccupa, è la stessa cosa che viviamo negli antigeni dell’influenza: ogni anno aggiorniamo il vaccino e una quota di persone che hanno subito l’infezione nel passato ritornano a essere suscettibili. C’è quindi la necessità di rinforzare le difese immunitarie con richiami vaccinali aggiornati“.
Sicuramente chi non è vaccinato o chi ha fatto il vaccino da molto tempo o chi si è ammalato di Covid – aggiunge ancora – rischia di piu’“.
Peccato che i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità mostrino tutt’altro. 

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