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I limiti dell’intervento medico nelle cure di fine vita

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I limiti dell’intervento medico nelle cure di fine vita

AREZZO – Se è vero che la medicina ha fatto passi da gigante sulla capacità di allontanare il più possibile, anche nelle malattie senza speranza di guarigione, il momento della morte, è altrettanto vero che l'azione del medico coinvolge una sfera ben più ampia di quella tecnica.
Il Comitato Etico della Usl 8, più volte chiamato a valutare l’opportunità di certe cure e sperimentazioni, affronta questo tema in un convegno che si terrà sabato prossimo all’Auditiurm Pieraccini, presso l’ospedale San Donato di Arezzo (ore 08,30).
Numerosi gli aspetti in discussione. Per esempio se queste tecniche, certamente positive, costituiscano poi, in ciascun singolo caso, un reale vantaggio per i pazienti o se, la loro applicazione, migliori effettivamente le condizioni di vita e le esperienze di malattia. La questione del limite, infatti, si pone in primo luogo nell’ambito etico, all’interno di una ridefinizione degli scopi della medicina, nonché nella sfera del diritto e delle sue possibili evoluzioni in questo specifico ambito.
Altra domanda dalla risposta complessa: la solitudine del medico nel prendere decisioni riguardanti la fine della vita – il morire del paziente – è una solitudine voluta o subita?
Nella tradizione medica si tratta di una volontà del medico ritenuto l'unico depositario della conoscenza adatta ad ottenere il bene, il miglior interesse del paziente. Si va però affermando da alcuni decenni la consapevolezza da parte del cittadino di volere o dovere essere partecipe della decisioni riguardanti la propria salute, il proprio destino e quindi anche le decisioni ultime.
Tuttavia da recenti studi europei, che hanno coinvolto migliaia di pazienti alla fine della vita e centinaia di medici, emerge che solo in un quarto dei casi il cittadino paziente o, cosa per certi aspetti discutibile, la famiglia, vengono coinvolti nella decisione di fine vita.
Il convegno di sabato intende sviluppare una riflessione indirizzata proprio al significato del limite nelle cure di fine vita: la gestione delle fasi finali della vita umana, le sue criticità etiche e giuridiche, su cui è necessario fare chiarezza e confrontare le posizioni.

I lavori saranno introdotti dal direttore generale della Ausl Monica Calamai
Tra gli interventi in programma, quelli di Vittorio Fineschi (medico legale bioeticista, ordinario Università di Foggia), Mauro Berni (presidente Comitato Etico regionale), Raffaele Festa (presidente Ordine dei Medici Arezzo), Laura Canavacci (presidente Comitato Etico Azienda USL 8), Gianfranco Iadecula (Sostituto Procuratore Generale Corte Cassazione), Sergio Fucci (magistrato), Pier Domenico Maurizi (resp. Cure palliative Azienda USL 8).