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Come ritardare o evitare l’ingresso in dialisi

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Come ritardare o evitare l’ingresso in dialisi

MONTEVARCHI – Si può ritardare o evitare la dialisi ai nefropatici, comunemente definiti malati di reni? La risposta è si! Oggi ci sono delle tecniche che in molti casi consentono di evitare di sottoporsi ad una terapia che condiziona in modo pensante la vita delle persone. Per questo sabato prossimo (29 marzo), all’ospedale della Gruccia, su iniziativa del direttore della U.O. di Nefrologia Carlo Mura, si terrà un incontro con i medici di famiglia, finalizzato ad individuare le armi per ritardare o evitare l'ingresso in dialisi dei malati nefropatici.

UNA MALATTIA PIUTTOSTO DIFFUSA
L’insufficienza renale è una condizione sempre più diffusa nel nostro Paese e ogni anno emergono 6.000 nuovi casi già allo stadio cronico, soprattutto tra le persone anziane.
Nel solo Valdarno, la struttura di nefrologia conta ad oggi 58 pazienti in dialisi per un ammontare di 9000 trattamenti annui.
Vengono effettuati anche molti trattamenti su pazienti acuti in Rianimazione o Cardiologia e terapie extracorporee in malattie non renali (Neurologiche, Ematologiche, Epatiche) grazie allo stretto rapporto con l'Area Critica di tutta l'Azienda.
Più di 900 pazienti sono seguiti nelle 3 tipologie di ambulatorio: Nefrologia Clinica, Nutrizionale per Nefropatici, Day-Service per la Predialisi.

COME SI MANIFESTA LA MALATTIA
L’insufficienza renale ha un esordio difficilmente riconoscibile, senza disturbi particolari. Spesso i sintomi si manifestano solo in una fase avanzata e diventa quindi fondamentale riconoscere e diagnosticare la malattia, fin dalle prime fasi, per rallentare perdite della funzione renale e ridurre altre complicanze. Ed è solo grazie ad un intervento precoce che è poi possibile applicare una corretta terapia che riduce la percentuale dei ricoveri e delle complicanze e ritarda di alcuni anni l’ingresso in dialisi dei pazienti.
Un percorso “virtuoso”, possibile con un continuo aggiornamento scientifico dei medici di base e degli specialisti nefrologi: figure professionali che devono necessariamente interagire tra loro.
Il ruolo del medico di medicina generale, in particolare, è fondamentale nel riconoscimento delle patologie renali in fase iniziale; infatti è proprio a lui che si rivolge il paziente nella fase iniziale della malattia renale. Ed è in quel momento che il medico di base “preparato” può riconoscere la patologia renale ed inviare il paziente allo specialista nefrologo.

Durante l'incontro di sabato prossimo, i nefrologi dell'ospedale illustreranno ai colleghi del territorio le metodiche dialitiche e le possibilità di rallentamento della progressione della malattia renale.

Il corso è rivolto ai medici di medicina generale del Valdarno, compresa la zona di Figline, e si prefigge, tra gli altri, lo scopo di trovare percorsi comuni di gestione, ai vari livelli, del paziente nefropatico.
Sono previsti anche un aggiornamento sulle recenti innovazioni in termini di prescrizioni e rapporti tra specialisti nefrologi e medici di base, oltre ad una visita guidata nelle sale dialisi del reparto per illustrare da vicino i diversi aspetti del trattamento dialitico.
Oltre al dottor Carlo Mura ed ai suoi collaboratori, interverranno la dottoressa Anna Domenichelli, direttore della zona distretto del Valdarno, e il prof. Mauro Sasdelli direttore del Dipartimento di Nefrologia dell'Azienda sanitaria aretina.