Home Attualità L’Assessore provinciale Carla Borghesi docente alla scuola per la pace

L’Assessore provinciale Carla Borghesi docente alla scuola per la pace

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AREZZO – "Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere". È con lo spirito intrinseco di una delle citazioni più famose di Mahatma Gandhi che all’interno del progetto culturale "Mille splendidi aquiloni – Etruschi e Afgani, in cerca di comuni radici", organizzato dalla Onlus No.Mad di Sansepolcro, è stata progettata la scuola per la pace che questa mattina ha visto protagonista, l’assessore provinciale alle Pari opportunità, Formazione professionale e Lavoro, Carla Borghesi nel sottochiesa di San Francesco con i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori. Un incontro per illustrare le opportunità che la Provincia di Arezzo offre ai giovani e alle nuove leve della società: "La Provincia di Arezzo ha sposato da subito l’idea, sostenendola e supportandola fino a vederla prendere corpo – ha detto l’assessore Borghesi. Ritengo, infatti, fondamentale che gli studenti possano usufruire di contaminazioni interculturali per approfondire le proprie conoscenze e riflettere sul futuro, sia esso professionale o formativo. Il mio intervento, in questo senso, aveva un duplice significato: da una parte l’esperienza come donna all’interno del mondo del lavoro e della politica, dall’altra le opportunità che l’assessorato alla Formazione professionale e Lavoro offre oggi ai giovani, sia che vogliano continuare a studiare, sia che abbiano intenzione di andare a lavorare subito dopo il diploma. È stato un incontro importante anche per me, perché mi sono potuta confrontare con le donne e gli uomini di domani". All’interno di "Mille splendidi aquiloni – Etruschi e Afgani, in cerca di comuni radici" No.Mad ha, infatti, proposto un’offerta didattica attraverso la quale esperti del territorio aretino, dell’arte, della musica, del mito, delle politiche di genere, dell’ecologia, della pace, offrono delle lezioni/incontro per studenti, nel segno di "bellezza" e "conoscenza" intese come basi per lo sviluppo di una cultura di pace. Un laboratorio per comunicare come il messaggio di "pace" passi dalla conoscenza e dalla coscienza che le diversità sono il patrimonio che permette in natura l’evoluzione dell’uomo, partendo dall’"arte" come capacità espressiva inscritta nel codice genetico dell’essere umano che attraverso il "fare" gli permette di ri-conoscersi nella comunità. L’uomo cresce e si sviluppa attraverso lo scoprire, il conoscere, lo scambio d’informazioni. Così il sottochiesa della Basilica di San Francesco, luogo d’arte e di storia nel cuore di Arezzo, incontra le bellezze dell’arte dell’antica Persia in una miscela di colori e di forme che attualizzano suggestioni di posti lontani eppure vibranti delle nostre stesse radici. L’Afghanistan viene così scoperto in modo inedito, valorizzandone la bellezza dei vetri, dei gioielli, dei tappeti, delle vesti e l’allestimento di una yurta originale: la casa dei nomadi a base circolare, interamente in legno e feltro. Dopo l’incontro con l’assessore Borghesi gli studenti hanno visitato la mostra, che resterà aperta sino al 10 gennaio.