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Un progetto per educare gli educatori

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AREZZO – Chi educa gli educatori, ovvero tutti coloro che a vario titolo si occupano di educazione giovanile? Da questa domanda è partita una ricerca – intervento commissionata e finanziata dal Comune di Arezzo, assessorato alle Politiche Giovanili, con il contributo del Cesvot, guidata dall’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Umane e dell’Educazione, coordinata dalla professoressa Loretta Fabbri e portata avanti insieme a un gruppo di educatori dell’associazione culturale I Care.
Le altre organizzazioni partecipanti sono: associazione “Il Sorriso”, associazione italiana “Persone Down”, associazione DOG, cooperativa “Al Plurale”, associazione “Migrantes”, Gruppo Scout AR2 Piazza Giotto, associazione “Famiglia Insieme”, oratorio salesiano parrocchia “S. Leo”, parrocchia SS. Annunziata.
“Da qualche mese perseguiamo un obiettivo – ha sottolineato l’assessore Lucia De Robertis – individuare con un’analisi precisa un dispositivo educativo per coloro che si occupano a vario titolo di giovani. Adesso, partirà un laboratorio e quella sarà la sede per dare vita a riflessioni e costruire pratiche condivise. Appare infatti utile interrogarsi su come e su cosa fare per i giovani affinché ogni azione educativa non sia improvvisata e frammentaria”.
Loretta Fabbri e Claudio Malacarne dell’Università degli Studi di Siena: “sulla tanto reclamizzata emergenza giovani, siamo convinti che se ogni associazione agisce individualmente non si va molto lontano. È opportuno invece condividere pratiche comuni, dispositivi metodologici socialmente legittimati e scientificamente validati. È importante inoltre essere giunti alla creazione di un laboratorio di pratiche educative dove associazioni, amministrazione e università possano costruire conoscenze e pratiche professionali per consulenza e aiuto anche a vantaggio delle famiglie”.
Adelmo Agnolucci, presidente del Cesvot: “vogliamo evitare che dentro le associazioni la formazione venga fatta non da apprendisti stregoni ma da persone consapevoli. Abbiamo coinvolto l’università perché affronta quotidianamente argomenti pedagogici. Il percorso non si chiude certo qui, ora occorre lavorare sui congegni metodologici emersi”.
Gli operatori di I Care Giovanna Pucciotti e Daniele Peruzzi hanno dichiarato che “l’itinerario realizzato ha suscitato grande interesse tra i partecipanti, il cui numero è rimasto sostanzialmente compatto fino alla fine del progetto. Questo è accaduto sia per la novità degli approcci proposti, per la valorizzazione dell’esperienza degli educatori oltre che per la ricchezza degli spunti e dei materiali offerti. Appare importante e significativa anche l’idea di un organismo permanente che possa non solo produrre iniziative, ma che possa fare da riferimento costante a coloro che si occupano di educazione giovanile e sappia valorizzare l’esperienza professionale ”.
Il progetto prevedeva il suo sviluppo in tre fasi operative: la prima è consistita in una serie d’incontri con un gruppo stabile di educatori di I Care, per accompagnarli nella valorizzazione e nella validazione della loro esperienza e per promuovere con loro la sperimentazione di alcuni strumenti e pratiche educative; la seconda si è concretizzata in interviste e momenti d’incontro con educatori appartenenti ad altre associazioni operanti nel territorio per promuovere la costruzione e lo scambio di conoscenze tra strutture educative diverse, mettendo a fuoco e sostenendo i processi di scambio di conoscenze e di pratiche tra gli operatori; terzo momento, attivazione di nuove progettualità, soprattutto in campo formativo, per la costituzione di un organismo permanente, un laboratorio sulle pratiche educative in grado di creare conoscenze, di promuovere formazione, di offrire consulenza e sostegno a chi si occupa di educazione giovanile, promosso dall’Amministrazione Comunale, dall’Università degli Studi di Siena e dal Cesvot. Nell’ambito di questa fase, è previsto un convegno, presso l’università, per rendere pubblici i risultati della ricerca – intervento. Esso si svolgerà sabato 19 dicembre alle 9 nella aula 3 del dipartimento di lettere e filosofia al Pionta.