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Banca Valdichiana ai propri Soci: la proposta di unione con Montepulciano è una scelta di responsabilità

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Banca Valdichiana ai propri Soci: la proposta di unione con Montepulciano è una scelta di responsabilità
cda valdichiana

Nel corso dell’incontro che CdA, Direzione e Collegio sindacale hanno voluto con i Soci, sono stati spiegati i motivi della proposta di unione ma anche le ragioni della scelta della Bcc di Montepulciano, che, ha detto la presidente Moretti ”sentiamo affine per storia, territorio, etica, modo di fare banca e visione del futuro.”

A un mese dalla firma della lettera d’intenti sull’unione tra la Banca Valdichiana e la Bcc di Montepulciano e prima della presentazione ufficiale del piano industriale a Banca d’Italia, il Consiglio di Amministrazione della BCC con sede a Chiusi presieduto da Mara Moretti, il Direttore generale Fulvio Benicchi e il Collegio sindacale hanno voluto incontrare i propri Soci venerdì 27 novembre al Teatro Mascagni. “Ci eravamo lasciati a maggio – ha detto la Presidente Moretti, aprendo la serata – con la promessa che se avessimo deciso di avviare un processo di aggregazione, ne avremmo parlato con voi e così vogliamo fare stasera.” Obiettivo dell’incontro era quello di spiegare e condividere con i Soci, che sono al contempo azionisti e principali beneficiari della Bcc, i motivi, i tempi e le finalità della proposta di unione, ascoltare le loro osservazioni e rispondere alle domande in un confronto sereno e pacato. E così è stato. Per consentire il dibattito però e dare ai Soci tutti gli strumenti per capire le motivazioni della scelta, la presidente Moretti e il direttore Benicchi sono voluti partire dalla descrizione dello scenario in cui la proposta è maturata. “Uno scenario – ha spiegato la presidente – che sia dal punto di vista politico che economico-normativo è profondamente e rapidamente mutato negli ultimi mesi ed è tuttora soggetto a grandi cambiamenti”. Il Credito cooperativo è stato quest’anno impegnato in un Progetto di autoriforma resosi necessario dopo lo stop a gennaio del tentativo del Governo di varare una propria proposta di riforma che di fatto avrebbe cambiato la natura delle Banche di credito cooperativo. Il progetto di autoriforma di Federcasse, che dovrebbe diventare operativo a breve per decreto, salvaguarderà i valori delle Bcc a favore di una maggiore solidità e dimensione territoriale. In Toscana dalle 27 BCC presenti a inizio 2015 si passerà a breve presumibilmente a 16. “I numeri e le direttive in campo economico finanziario non sono più rassicuranti – ha spiegato il direttore Benicchi: – dal primo gennaio 2016 entrerà in vigore la normativa sulla vigilanza Ue che di fatto aumenterà controlli e adempimenti chiedendo uno sforzo organizzativo che toglierà risorse ed energie soprattutto alle piccole banche per le quali non viene applicato un principio di proporzionalità.” A livello nazionale inoltre è di questi giorni il decreto “salva banche” che di fatto ha fatto ricadere sui risparmiatori e sul sistema l’onere del salvataggio degli istituti coinvolti, facendo pesare anche sulle Bcc i costi della costituzione di un fondo che di fatto le ex casse rurali non potranno utilizzare.

“Considerato questo contesto in mutamento repentino e continuo – ha sottolineato la presidente Moretti – e considerato che questo CdA aveva inserito nel proprio Piano strategico l’ipotesi di crescita anche attraverso aggregazioni, nonostante che tecnicamente per Banca Valdichiana non sarebbe stato necessario, abbiamo deciso di compiere una scelta di responsabilità nella convinzione che non fosse possibile restare fermi in uno scenario in continuo cambiamento. La scelta, dopo aver analizzato varie possibilità, è ricaduta sulla BCC di Montepulciano per la grande affinità che ci lega ad essa per storia, territorio, modo di fare banca, etica e obiettivi per il futuro. Obiettivi che sono fondamentalmente quelli di crescere insieme per continuare insieme ad essere la Banca di questo territorio.”

“L’unione – ha proseguito Benicchi – darà luogo ad una Banca più solida, comporterà una riduzione dei costi, libererà risorse per nuove iniziative e avrà come riferimento un territorio omogeneo che comprenderà tutta la Val di Chiana compresa tra le province di Perugia, Siena e Arezzo. Vogliamo migliorare ulteriormente la nostra proposta di prodotti e servizi, aumentare la consulenza, sviluppare i progetti già in essere e crearne di nuovi, per fare in modo che una banca solida e in salute possa continuare a ristornare fondi al territorio sotto forma di mutualità e sponsorizzazioni come abbiamo sempre fatto.”

La nuova Banca dovrebbe chiamarsi “Banca Valdichiana Credito cooperativo di Chiusi e Montepulciano” ed avere sede legale a Chiusi e sede amministrativa a Montepulciano. Se il progetto andrà in porto, avrà 26 filiali, 8237 soci, 180 dipendenti e un patrimonio di 105 milioni e 726 mila euro, con un coefficiente di solvibilità molto alto.

“Tra le varie possibilità – ha spiegato il vicepresidente Carlo Capeglioni – abbiamo deciso di proporre l’unione con Montepulciano dopo una lunga analisi per affinità anche in termini di solidità della Banca. Il processo di unione prevede la preparazione di un piano industriale congiunto da presentare in Banca d’Italia che avrà 90 giorni per dare la propria risposta e poi, la convocazione delle due Assemblee straordinarie dei soci che avranno l’ultima parola per l’avvio del processo effettivo. Se non ci saranno stop il processo dovrebbe concludersi entro luglio 2016.”

Al termine della presentazione, molti Soci (rappresentativi di tutta l’area di competenza della Banca ovvero dell’area umbra, senese e aretina) sono intervenuti nel corso di un dibattito dai toni pacati, per esprimere apprezzamenti ma anche perplessità: ci sono stati incitamenti a fare di più per fare in modo che la Banca cresca e resti competitiva ma anche critiche per il timore che il CdA stesse agendo quasi obbligato dalle richieste del movimento e Banca d’Italia; è emerso qualche timore campanilistico e molte sono state le rievocazioni dell’esperienza della fusione tra la allora Bcc di Chiusi e la Bcc di Piazze del 1999, soprattutto come richiamo a ragionare nei termini di una Banca nuova e coesa che dovrà nascere senza restare legati a timori o divisioni del passato. La richiesta che però è emersa più forte e su cui CdA e direttore hanno rassicurato tutti è quella di mantenere la grande attenzione ai Soci e al territorio, come Banca Valdichiana ha sempre dimostrato in questi oltre cento anni di storia: a tutto il territorio di competenza anche se risulterà ulteriormente ampliato.