(Mi) – Europa e Africa sono due continenti che “hanno un identico problema”, dice l’ad del Cane a sei zampe: l’accesso all’energia. “Noi – spiega – ne importiamo il 65%, loro perché non hanno le infrastrutture per utilizzarla” e usano per l’80% quella a biomasse. Ma quella che sembrerebbe una partnership ‘naturale’ è frenata dalla politica europea: “All’Italia – dice – viene chiesto in Europa un possibile ruolo ‘ponte’, ma prima di parlare con l’Africa, l’Europa deve trovare unione dentro se stessa”, a partire dalla politica energetica.
Di lavoro da fare in Africa ce n’è, ma l’Italia, spiega Prodi, di certo “non può fare come la Cina che lavora con 51 Paesi su 54: abbiamo possibilità – dice – se ci concentriamo su determinati settori e facciamo hub con alcuni Paesi”. L’Italia, assicura poi Martina, “sta cercando di promuovere un cambio di passo” nei rapporti con l’Africa e, “senza retorica”, riconosce la necessità di confrontarsi “con concretezza” perché “a Bruxelles – dice – non c’è grande consapevolezza dell’Africa”.
Del resto, proprio l’ad di Eni Descalzi ricorda come “un solo attore possa indicare la strada”, ma ci sia invece bisogno di un impegno maggiore. “Come sistema-Paese – spiega – ci stiamo muovendo molto meglio, con il governo e con le piccole e medie imprese che hanno incominciato a realizzare progetti”, sottolinea. Ora lo sguardo è sull’Europa e l’auspicio è che abbia “una visione coerente su quello che bisogna fare in Africa”, conclude Descalzi.