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Lavanderie e consumatori traditi

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Cercasi etichetta, disperatamente. ?Sempre più spesso le pulitintorie hanno a che fare con indumenti costituiti da più fibre, sia naturali che sintetiche, che hanno bisogno di trattamenti di manutenzione diversi ? ricorda Rossella Sorini della SATLA, l?Associazione delle tintolavanderie aderenti a CNA. E non è tecnicamente possibile, senza sottoporre il capo ad un'analisi chimica, stabilire la composizione e il trattamento dei tessuti, come accadeva quando i tessuti erano composti da fibre naturali , come lana, seta, cotone , ecc.?
La legge che impone l?etichettatura dei prodotti tessili (con l?obbligo dell?indicazione non solo del tipo di fibra e delle sue percentuali ma anche delle istruzioni e delle precauzioni per il loro trattamento di lavanderia e tintura) esiste, ma troppo spesso non viene rispettata dalle aziende produttrici. Abbiamo quindi etichette mancanti, etichette incomplete ed etichette che scompaiono al primo lavaggio.
?Il risultato ? commenta Sorini – è un ingiustificato pregiudizio a carico delle imprese di tintolavanderia, nella stragrande maggioranza dei casi ingiustamente ritenute responsabili degli eventuali danni, conseguenza diretta di una etichettatura carente o, addirittura, errata. Per evitare danni ai capi da lavare chiediamo che finalmente vengano fatte rispettare le norme esistenti a garanzia dei consumatori, che invitiamo comunque a rimanere attenti e a controllare le etichette sui capi di abbigliamento acquistati, per evitare brutte sorprese alla prima occasione di lavaggio, anche domestico?. Attenzione che dovrà essere mantenuta anche nei confronti degli abiti ?griffati?, perché ?non è pensabile che l'esercizio di attività di pulitura a secco comporti il dovere di far sottoporre ciascun capo ad analisi prima di sottoporlo al lavaggio?.
?Responsabilità precise di chi produce i capi ed anche, in molti casi, di chi vende e che non possono ricadere sulle tintolavanderie, nè sugli utenti finali. Oggi, purtroppo, è spesso così?, conclude Rossella Sorini.

Articlolo scritto da: CNA Arezzo