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Santuari Etruschi in Casentino

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Santuari Etruschi in Casentino

Stia: Lago degli Idoli, primi risultati dalla recente campagna di scavo

Partina: Il tempio di Socana e le stipi votive del territorio, nuove acquisizioni

Verrà inaugurata sabato 24 luglio presso il Palagio Fiorentino di Stia la mostra Santuari etruschi in Casentino, promossa dalla Comunità Montana del Casentino nell?ambito del progetto ?Lago degli Idoli?e realizzata dal Gruppo Archeologico Casentinese.

La mostra, dedicata a due siti casentinesi di epoca etrusca, quali la stipe del Lago degli Idoli e il tempio di Socana, avrà due sedi espositive: la prima al Palagio Fiorentino di Stia con il sottotitolo ?Lago degli Idoli, primi risultati dalla recente campagna di scavo?, la seconda presso il Museo Archeologico di Partina, con il sottotitolo ?Il tempio di Socana e le stipi votive del territorio, nuove acquisizioni? .

Partecipano all?iniziativa, oltre alla Comunità Montana del Casentino e al Gruppo Archeologico Casentinese, anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Comune di Stia, il Comune di Bibbiena, la Regione Toscana, la Provincia di Arezzo ed il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi .

Alla cerimonia di inaugurazione, prevista per le ore 16, interverranno :
– Luca Santini, Sindaco di Stia
– Vincenzo Ceccarelli, Presidente Provincia di Arezzo
– Roberto Mariottini, Presidente Comunità Montana del Casentino
– Ivano Versari, Assessore al Turismo Comunità Montana del Casentino
– Angelo Bottini, Soprintendente ai Beni Archeologici della Toscana
– Simone Borchi, responsabile progetto ?Lago degli Idoli?
– Luca Fedeli, direttore scientifico scavi ?Lago degli Idoli?
– Massimo Ducci, curatore della mostra ?Santuari etruschi in Casentino?

Per informazioni:

– Comune di Stia, ufficio turismo e cultura: 0575/582296
– Comune di Bibbiena, Biblioteca comunale: 0575/593791
– Gruppo Archeologico Casentinese : 0575/594021
www.casentinoarcheologia.org

Ingresso: ? 2.50 valido per entrambe le mostre

La mostra di Stia
Il Lago degli Idoli, primi risultati dalla recente campagna di scavi

24 luglio ? 2 ottobre
Orario apertura
Luglio- agosto: tutti i giorni ore 16-19
Settembre- ottobre: sabato e domenica ore 16-19

Il percorso espositivo vuole evidenziare l?interesse che il Falterona, per la sua magica presenza etrusca, ha suscitato per quasi due secoli sui Casentinesi attraverso la presenza degli scavi che dal loro avvio nell?ottocento non sono praticamente mai terminati.

Tramite le tracce rinvenute nei recenti scavi del 2003 è stato possibile ricostruire alcune delle fasi dell?antico scavo ottocentesco, ma anche inseguire i resti delle numerose effrazioni clandestine che si sono ripetute dagli anni sessanta del secolo scorso fino ad epoca attuale.

All?interno della mostra è illustrato il breve saggio scientifico del 1972, che fece comprendere le possibilità e le difficoltà che si sarebbero ritrovate in un intervento di scavo definitivo.

Infine per la prima volta sono presentati i risultati della campagna di scavo 2003 che, con gli oggetti di culto recuperati, apre la possibilità ad uno studio più accurato dell?intera stipe che andò dispersa alla fine dell?ottocento e che ha offerto la possibilità di studiare la stratificazione formatasi sul fondo del piccolo laghetto che iniziò circa seimila anni fa.

La mostra fa parte del progetto pluriennale, che anche quest?anno è stato avviato da una nuova campagna di scavo in Falterona, che si ripropone, attraverso uno studio accurato di tutto il sito, di rispondere ai molti quesiti fino ad oggi irrisolti e di attivare finalmente , al termine dell?intervento, un percorso turistico pieno di fascino con il ripristino del laghetto prosciugato con il primo scavo.

Il progetto ?Lago degli Idoli?
Il progetto è stato promosso dalla Comunità Montana del Casentino ed ha coinvolto il Comune di Stia, la Provincia di Arezzo, la Regione Toscana, l?Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, infine la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, che cura la direzione degli scavi e la parte scientifica, coadiuvata dal Gruppo Archeologico Casentinese.

Ha preso pubblicamente inizio il 14 giugno 2003 con l?inaugurazione della mostra ?Gli Idoli del Falterona, passato e futuro del Lago degli Idoli?, che ha avviato una serie di manifestazioni culturali legate alla promozione e valorizzazione del patrimonio archeologico casentinese ed in particolare alla valorizzazione del luogo di culto in Falterona,dove fu rinvenuta una tra le più grandi stipi votive etrusche.

Da agosto ad ottobre 2003 si è tenuta infatti la prima parte della campagna di scavo archeologico sul sito denominato ?Lago degli Idoli?, che fu prosciugato nel XIX secolo per agevolare il recupero del materiale lasciato sulle sponde del lago. Il progetto, che prevede un impegno pluriennale di studio del sito, si pone l?intento di far luce sugli interrogativi lasciati in sospeso dagli scavi precedenti.

Lo studio stratigrafico e paleobotanico, tramite datazioni al carbonio 14 e studio dendrocronologico sui reperti lignei prelevati sul grande strato di torba rinvenuto al centro del lago, hanno già permesso di trarre conclusioni sulla formazione e datazione dello stesso.

Dalle tracce emerse è stato possibile evidenziare varie fasi dello scavo ottocentesco e valutare i danni che gli scavi clandestini hanno portato nel corso degli anni al sito. L?uso di moderne tecnologie ha permesso infine il recupero di abbondante materiale bronzeo, in ferro e ceramica, tralasciato dagli scavi precedenti.

Lago degli Idoli : Profilo storico sul rinvenimento
La conca naturale, posta a 1400 m. di quota, che oggi appare al visitatore come una delle tante piccole valli del Falterona prive di vegetazione arborea, era ancora agli inizi del XIX secolo un piccolo lago denominato "lago della Ciliegeta".

Nel maggio 1838, in seguito al ritrovamento fortuito sulle rive del lago di una statuetta in bronzo raffigurante Ercole, prendeva avvio a Stia la formazione di una Società di ?amatori? locali con lo scopo di effettuare ulteriori ricerche. Gli scavi portarono al prosciugamento dello specchio d'acqua e al ritrovamento di una delle più ricche stipi votive del mondo etrusco, che fece assumere al sito la denominazione di ?Lago degli Idoli?.

Furono recuperati infatti oltre 600 bronzetti, tra statuette a forma umana complete, piccole teste, parti anatomiche e figure di animali, oltre a diverse fibule, una gran quantità di monete, numerosi frammenti di armi in ferro e di ceramica. I reperti furono offerti alle Regie Gallerie di Firenze, che ne rifiutarono l'acquisto accordando però il permesso di vendita della collezione formatasi. Questa venne esposta a Roma e successivamente venduta a singoli pezzi o a gruppi, della maggior parte dei quali si sono perse le tracce.A tutt'oggi siamo a conoscenza che solo due bronzetti della primitiva raccolta sono ancora conservati in Casentino presso privati.

Della raccolta ottocentesca, esposta a Roma, rimangono i disegni di alcuni bronzetti che G.Micali pubblicò nel 1844; tramite tale documentazione è stato così possibile rintracciarne altri due: uno a Baltimora e uno a Parigi. Probabilmente i pezzi più pregiati, furono ceduti al British Museum di Londra e al Louvre di Parigi, fra il 1844 ed il 1847, infatti al British sono visibili, oltre a due arti votivi, quattro bronzetti a figura intera ed una testina, al Louvre altri cinque bronzetti a figura intera. Nel 1972, in seguito al ritrovamento nello stesso sito di altri tre bronzetti, fu intrapreso dalla Soprintendenza Archeologica un limitato saggio sul luogo dello scavo ottocentesco che permise il recupero di frammenti di ceramica, di varie parti di armi, e di altri cinque bronzetti in cattive condizioni di conservazione. Infine in tempi recenti sono stati recuperati ed ora esposti al Museo di Partina assieme ai rinvenimenti del ?72 altri piccoli bronzetti tra cui una punta di lancia miniaturistica, un piccolo uccello votivo, due testine, la parte superiore di Kouros e un bronzetto a figura intera. Tutti questi ritrovamenti fanno del sito uno dei più importanti luoghi di culto di quel periodo, e il luogo, frequentato per quasi cinque secoli, rimane una delle testimonianze più importanti della viabilità che univa l?Etruria propria all?Etruria padana. La devozione di numerosi militari, di commercianti e di pastori, confermata dagli oggetti deposti, testimonia infine come il luogo fosse ritenuto tanto importante forse perché si intendeva onorare il laghetto come l'origine del fiume Arno, le cui sorgenti, "Capo d'Arno", ancora oggi distano alcune centinaia di metri.

La mostra di Partina
Il tempio di Pieve a Socana e le stipi votive del territorio, nuove acquisizioni

31 luglio- 2 ottobre
Orario apertura:
Luglio – Agosto sabato e domenica ore 10.30 ? 12.30 16-18 mercoledì- giovedì- venerdì ore 16-18
Settembre Sabato e domenica ore 10.30 ? 12.30 16-18

La mostra, che sarà inaugurata sabato 31 luglio presso il Museo Archeologico di Partina, è dedicata al tempio di Socana. Nuove acquisizioni hanno infatti permesso una più dettagliata ricostruzione per intero delle antefisse del V sec. a.C. e il recupero di parti decorate delle tegole di gronda; e qui è presentata una scelta del materiale recuperato nella campagna di scavo 1969-77, ad illustrazione degli oggetti votivi usati nei secoli di vita del santuario. Assieme a Socana è presentata anche una serie di più piccole e ancor meno conosciute stipi votive, che come il santuario del Falterona sorsero principalmente sulle vie di comunicazione con le altre vallate. Tra queste in particolare la stipe di ?Sodo alle Calle?, che posta non lontano dall?Eremo di Camaldoli, permetterà di comprendere alcune analogie tra i due antichi santuari.

Articlolo scritto da: Comune di Stia