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Conto salato per i TIR

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Conto salato per i TIR

Il 2005 si apre con un conto salato a carico dell'autotrasporto italiano. Crescono le tariffe autostradali, cresce il costo del gasolio che solo nel 2004 è aumentato del 17%. Lievitano anche i costi del personale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto. Un salasso che potrebbe affossare le circa 1.000 imprese aretine del settore. "All'indomani della trattativa con il governo basata sul tentativo di ridurre anche parzialmente i crescenti costi di produzione", chiarisce Mauro Borgogni, responsabile provinciale della Fita/CNA, "le imprese di autotrasporto devono constatare che, facendo i conti, la situazione economica continua a precipitare".
Al centro delle preoccupazioni, innanzitutto, il caro-gasolio. "A fronte di uno sgravio per l'anno 2004 di 0,033 euro per ogni litro di gasolio", spiega Borgogni, "le imprese continuano a sopportare un maggiore costo del carburante da autotrazione per un valore assoluto del 17%, nonostante la diminuzione del greggio sui mercati internazionali.
Se il 1° gennaio occorrevano 0,883 centesimi di euro per ciascun litro di gasolio oggi ci vuole 1,033 euro". Ma non basta. "Lo sgravio del 2005, promesso dal governo nell'ultima intesa, pari a 0,043 euro per ciascun litro di gasolio, spendibile nel 2006", aggiunge, "è stato assorbito e superato dal maggior costo industriale per riduzione del tenore di zolfo che, a regime, vale 0,055 euro/litro".Il problema costi per l'autotrasporto non conosce dunque limiti.Dal 1° gennaio 2005, infatti, è stato annunciato l'aumento delle autostrade del 2,5% circa, mentre è in corso il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che comporterà un ulteriore inasprimento del costo del personale.
"I costi di produzione dei servizi di autotrasporto per il prossimo anno rappresentano solo, una parte delle spese di gestione più generali cui sono chiamate le imprese", insiste Borgogni, "le pmi dovranno fare i conti anche con la perdita di produttività derivante dall'applicazione della direttiva sulla riduzione degli orari di lavoro, dall'aumento dei pedaggi dì transito per il superamento dei valichi alpini e dall'osservanza di nuove norme sulla struttura dei veicoli".
Secondo la Fita, avrà un peso anche la diminuzione delle velocità commerciali dovute alle difficoltà legate all'accesso alle infrastrutture e l'insieme delle limitazioni, dirottamenti e divieti di circolazione ai Tir, imposti ogni anno dalle autorità locali senza prevedere percorsi alternativi.
"Da non sottovalutare il fatto che l'emergenza costi, fonte e origine di diffuse attività abusive, rischia sempre di più dì scaricarsi fortemente sulla sicurezza stradale", conclude Borgogni, "l'unico binario a disposizione che sarebbe necessario seguire è quello di una regolamentazione che dia certezze alle imprese e al mercato. Ma la riforma dell'autotrasporto attualmente in discussione alla camera, se non modificata parzialmente, rischia di non essere efficace".

Articlolo scritto da: CNA Arezzo

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