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La gatta sul tetto che scotta

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La gatta sul tetto che scotta

Ultimo appuntamento con la Stagione di Prosa 2004/2005 del Teatro Petrarca, organizzata dal Comune di Arezzo, Assessorato alla Cultura e Spettacolo, con lo spettacolo LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA di Tennesse Williams, in scena al Teatro Petrarca sabato 23 aprile alle ore 21, con replica domenica 24 aprile alle ore 17.

La vendita dei biglietti viene effettuata presso la sede del Servizio Informagiovani del Comune di Arezzo (Piazza Guido Monaco, 2, tel. 0575 377868), dalle ore 10 alle ore 19 di tutti i giorni feriali.

Nei giorni di spettacolo la vendita è effettuata presso il botteghino del Teatro Petrarca con i seguenti orari:

– sabato 23 aprile: dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20,45;

– domenica 24 aprile: dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 17.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio Attività Teatrali e Musicali del Comune di Arezzo, tel. 0575 377503-377505-377442.

Note artistiche dello spettacolo:

LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA

di: Tennesse Williams

traduzione: Gerardo Guerrieri

adattamento: Giorgio Albertazzi

regia: Francesco Tavassi

con: Mariangela D?Abbraccio, Luigi Diberti, Isa Barzizza, Paolo Giovannucci, Antonio Fazzini, Maurizia Grossi, Francesco Tavassi

musiche originali: Giacomo Zunpano

produzione: Compagnia delle Indie Occidentali

Una storia americana? Non solo. La gatta sul tetto che scotta è uno dei testi simbolo del teatro moderno; in gioco il tema dell?incomunicabilità nella famiglia, del pregiudizio, del mal di vivere, l?omosessualità come istinto da reprimere ed infine la malattia che abbrevia il tempo per chiarirsi, per dirsi quello che non ci siamo mai saputi dire, per affermare le differenze. Le differenze che in Williams affiorano come sempre, anche in questo testo, sottilmente, sfiorano le coscienze del pubblico benpensante, non solo per la presunta omosessualità del giovane Brick, ma anche per come è tracciato il sottile confine tra bene e male all?interno di una famiglia benestante tipo.

Il titolo originale ?The cat on a hot tin roof? (La gatta sul tetto di latta che scotta) rende perfettamente l?idea di quale ruolo svolga il personaggio di Maggie ?la gatta? all?interno di questa storia, morbida e graffiante, è l?emblema di una femminilità esplosiva, seducente che per quanto attraversi un cambiamento epocale, nel quale, la donna va affermando una personalità che cerca con l?altro sesso, confronto, parità intellettuale, resiste, incassa, lotta per salvare il suo matrimonio. Nello spettacolo il ruolo è affidato al talento, temperamento, seduzione, bellezza e carisma primattoriale di Mariangela D?Abbraccio. Big Daddy, Luigi Diberti, è il padre, proprietario terriero nel Mississippi, un uomo fatto con la terra e la fatica, insofferente alle attenzioni affettuose della moglie, è brusco e diretto nel rapporto con i figli. Nel venire a conoscenza, attraverso una meravigliosa scena in cui si scontra con il figlio Brick, di essere ammalato senza speranze di cancro, reagisce da vero leone ed ancora una volta tira fuori gli artigli, pianificando il suo breve futuro con coraggio e determinazione. Al suo fianco Isa Barzizza con la classe, la misura, la dolcezza, la sensibilità, il magnifico professionismo, la freschezza, la struggente capacità di accarezzare l?anima profonda dei personaggi e di emozionare, nel ruolo di Big Mamy: la madre che disperatamente tenta di ricucire i rapporti tra i componenti della famiglia, sorda e cieca ai contrasti, anche i più estremi e provocatori.

Colpisce osservare come questo dramma borghese contenga, mitigato dai dettami del vivere civile, lo schema delle grandi tragedie shakespeariane, fatte di re, regine, cospirazioni, di amletici malesseri esistenziali, di malintesi amorosi, tanto da spingere il regista Francesco tavassi a trattare questa messa in scena anche in maniera epica e, attraverso l'adattamento di Giorgio Albertazzi e la scena di Alessandro Chiti, unire alla potenza della parola, le geometrie dei percorsi, degli spazi, le pause ed i silenzi, i piani visivi in un montaggio drammaturgico più rivolto al disegno di una parabola emotiva, che ad una ?comodità? logistica.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo