La situazione morale ed amministrativa creatasi al Comune di Arezzo induce tutte le forze politiche a rifuggire da facili schematismi e semplificazioni che sono gli ingredienti di un inutile ed emotivo giustizialismo, che, per fortuna, non emerge nell?opposizione e nella società aretina.
Da tempo l?amministrazione di centro destra era bloccata ed impantanata nei lavori, con i relativi veti incrociati della C.A.T.
Si auspica che le cronache giudiziarie ancora incomplete siano chiarite in tempi certi e brevi affinché la città esca dalla cronaca nera della stampa nazionale e si torni a parlare di Arezzo per le bellezze artistiche e per l?onestà e l?operosità dei suoi cittadini.
La nostra analisi vuole essere solo di natura politica, evitando di cadere in facili moralismi. Più volte come socialisti e radicali abbiamo condannato il metodo populistico ed arrogante del Sindaco che, ogniqualvolta la sua amministrazione andava in crisi, scaricava tutte le colpe sulla politica e sui partiti. Oggi ci rivolgiamo al vecchio liberale, come lui ama definirsi, e se ancora possiede un po? di amor proprio, ha solo una strada davanti: quella delle dimissioni. Lo scarica barile non paga più. Noi Rosa nel Pugno chiediamo a tutte le forze politiche dell?Unione e non solo, di perseguire l?unico atto chiaro e comprensibile sotto l?aspetto politico presentando una mozione di sfiducia nel corso della prossima convocazione del Consiglio Comunale. Questo si fa in tutte le democrazie mature e degne di questo nome indipendentemente dalla complicata e non sempre comprensibile interpretazione di codici e regolamenti. L?atto di sfiducia evita alla città ed ai suoi grandi problemi una lunga via crucis e restituisce credibilità e dignità a tutte le persone oneste che militano e si impegnano nei partiti di centro destra. Questo gesto imporrà a noi del centro sinistra di non percorrere la strada del giustizialismo che uccide il primato del potere giudiziario e affossa quello che è un bene comune: la politica e la sua credibilità. Il Sindaco deve capire che chiudersi e abbarbicarsi al palazzo è foriero di disgrazie, ma soprattutto sarebbe un?ulteriore prova che l?obbiettivo di Lucherini è quello di scaricare le sue responsabilità politiche, come ha sempre fatto, e soprattutto di non voler abbandonare il potere. Se questo dovesse avvenire anche la storia sarà impietosa. Al Sindaco aretino doc rimane un?unica possibilità per ridare alla città la possibilità di riprendere il cammino interrotto sullo sviluppo civile ed economico, quello di permettere agli aretini di scegliersi nuovi amministratori. Se compirà questo atto, pur con tutte le responsabilità morali che non devono essere cancellate, dimostrerà alla città di avere un minimo di affetto per la terra aretina, altrimenti cadrà senza attenuanti in quel mare di malgoverno e paralisi che ha provocato in questi anni.
Articlolo scritto da: SDI