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Altroconsumo: risarcimento milionario

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L'iniziativa di tutela giudiziaria lanciata nel dicembre 2003 da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, a favore dei danneggiati dal dissesto Parmalat, registra un passo in avanti decisivo. Gli avvocati che curano la causa di risarcimento danni per il caso Parmalat in Italia hanno notificato l'atto di citazione a Deloitte & Touche e Italaudit s.p.a. in liquidazione (ex Grant & Thornton) per conto di 2607 risparmiatori che si sono rivolti ad Altroconsumo. L’iniziativa è in collaborazione con Deminor.

Si tratta di risparmiatori che, confidando nella certificazione dei revisori, furono indotti all’acquisto dei titoli. Se le società di revisione avessero svolto l’attività correttamente e senza omissioni, i titoli non sarebbero mai stati ammessi al mercato borsistico, né sarebbe stata data loro una valutazione positiva da parte degli analisti finanziari.

La causa al momento coinvolge solo gli obbligazionisti – gli azionisti, per ragioni tecniche, agiranno in giudizio in un secondo momento – e le società di revisione che certificavano i bilanci della Parmalat. Il risarcimento richiesto dai risparmiatori supera complessivamente i 38 milioni di euro.

L’articolo 164 del Testo unico della Finanza prevede esplicitamente che “il responsabile della revisione ed i dipendenti che hanno effettuato la revisione contabile sono responsabili in solido con la Società di revisione per i danni conseguenti da propri inadempimenti o da fatti illeciti nei confronti della Società che ha conferito l’incarico e nei confronti dei terzi danneggiati”.

Secondo Altroconsumo il dolo dei revisori emerge chiaramente sia nel comportamento delle società di revisione che dalle omissioni nelle attività di controllo. In pratica le società di revisione sono venute meno all’essenza stessa della loro funzione, quella cioè di garantire agli operatori finanziari, e più in generale al mercato, la veridicità dei conti esaminati e certificati.

L’ammontare del danno calcolato da Altroconsumo comprende la somma degli investimenti effettuati da ciascun risparmiatore, pari a 38.390.196,34 euro. Al totale richiesto dovranno essere aggiunti gli interessi non percepiti e il risarcimento per svalutazione monetaria.