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Criminalità e droghe

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FIRENZE – Secondo i dati dell'Istituto australiano di criminologia, una rapina a mano armata su tre in Australia è commessa da persone in cerca di denaro per comprare droga.
Questa ricerca conferma – se ce ne fosse stato bisogno – la natura criminogena dell'attuale politica sulle droghe a livello internazionale. Se il mercato delle droghe fosse legalizzato, e quindi controllato come già quello di qualsiasi altro farmaco, un terzo delle rapine in Australia – e presumibilmente anche in Europa – verrebbe meno istantaneamente. Il regime di illegalità in cui si smerciano le droghe, infatti, causa l'innalzamento vertiginoso del prezzo, spingendo i tossicodipendenti a delinquere per procurarsi la dose quotidiana. Non solo, proprio perché oggi alcune droghe sono illegali, il tossicodipendente è costretto ad acquistarle dalla malavita, alla quale poi finisce spesso per associarsi pur di ottenere il necessario per soddisfare la propria dipendenza. Non a caso, non vi sono rapine – o ve ne sono pochissime – di alcool-dipendenti in cerca dei soldi per una bottiglia di gin o di whisky.
E' giunto il momento di pensare ad una "exit strategy" da una guerra alla droga che non fa altro che quadruplicare i danni già notevoli di sostanze nocive alla salute. Se continueremo testardamente a mantenere inalterata la rotta fino ad oggi perseguita, oltre a finanziare le mafie di tutto il mondo e ad incarcerare le vittime delle droghe invece di aiutarle, saremo complici dell'alto tasso di micro-criminalità che oggi piaga molte delle nostre città.

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