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Dichiarazione di Giorgio Del Pace sulla morte di Saddam

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AREZZO – “Ci sarebbe voluto più coraggio a risparmiargli la vita che a spegnerla, ma la banalità della vendetta è stata ancora una volta più forte dell'intelligenza della politica. La scontata sentenza di morte contro Saddam Hussein al-Majid al-Takriti, prodotta apparentemente da quella parodia di Norimberga che è stato il suo processo………”
Così inizia un articolo di Vittorio Zucconi su Repubblica del 30 Dicembre 2006, queste parole le condivido in pieno, ho da sempre sostenuto chi ha il coraggio del perdono rispetto alla debolezza di chi vede nella vendetta e nella cultura dell’odio l’incarnazione del terrore del nemico, del “diverso”, cioè la paura di chi non ha il coraggio della democrazia.
Saddam Hussein apparteneva sicuramente alla seconda specie, anni luce lontano da ciò che penso. Non ho mai avuto neanche velate simpatie per lui e per la sua politica di terrore, ma proprio per questo stanotte, tenuto sveglio da mio figlio, quando ho saputo in diretta dell’avvenuta esecuzione del dittatore iracheno, ho provato un sentimento di pietà per tutte le morti che da anni in quella regione sono avvenute e continuano ad avvenire anche con il consenso più o meno velato di una parte del democratico occidente.
Mi sono poi sentito ancora più mortificato dall’occasione che abbiamo perso ad Arezzo per gridare la nostra democratica convinzione contro la pena di morte “senza se e senza ma”.
Lo scorso novembre avevo proposto a tutti i gruppi politici rappresentati nei consigli comunale e provinciale di Arezzo di approvare un Ordine del Giorno, sulla falsa riga di un documento prodotto dall’associazione “Nessuno tocchi Caino”, contro la pena di morte inflitta a Saddam Hussein; quest’Ordine del Giorno avrebbe potuto essere votato unanimemente da tutti i gruppi in occasione della riunione congiunta dei consigli comunale e provinciale del 30 Novembre scorso, convocati per la festa della Toscana che si celebra proprio in occasione dell’anniversario dell’abolizione della pena di morte nel Gran Ducato di Toscana.
Il dibattito tra i capi gruppo dei due maggiori “parlamentini” della nostra provincia è stato invece denso di “se” e di “ma” e debbo dire con rammarico, posti anche da parte di gruppi politici di estrazione cattolica, tutti teoricamente contro la pena di morte anche nel caso di Saddam Hussein.
Se si è contro la pena di morte lo si è sempre e comunque, non possono esistere casi particolari, perché è bene sapere che il pianeta è pieno di “casi particolari” che a volte ci fanno comodo in vita ed armati fino ai denti e a volte invece ci fanno più comodo sul patibolo, quali capi espiatori da porgere al pubblico plaudente.
La democrazia è faticosa, cosa da uomini coraggiosi che odiano la morte e chi ne è foriero, a volte costringe a prendere posizioni impopolari, ma solo con la discussione è possibile farsi capire.
La politica dell’occhio per occhio provoca solo l’imbarbarimento della società e la proliferazione dell’odio tra i popoli.
No alla pena di morte sempre!

CONSIGLIERE COMUNALE D.S. GIORGIO DEL PACE

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