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Finanziaria: un colpo all’apprendistato

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Finanziaria: un colpo all’apprendistato

AREZZO – Molte misure della Finanziaria penalizzano le piccole e medie imprese. “L’introduzione della contribuzione del 10% dovuta dai datori di lavoro per gli apprendisti – commenta Mauro Patrussi, Presidente provinciale di Cna – rischia di cancellare d’un sol colpo uno strumento che per oltre 50 anni ha rappresentato la modalità più utilizzata di accesso al lavoro e per gli artigiani, il meccanismo privilegiato per la trasmissione di competenze e conoscenze”.
L’apprendistato, anche nella provincia aretina, è un fenomeno diffuso. Interessa 3.067 lavoratori, di cui circa 2.074 nel mondo della produzione, dove c’è un picco nel settore della metalmeccanica con 645 addetti e dell’edilizia con oltre 400. Per quanto riguarda la loro distribuzione territoriale, sono 912 ad Arezzo, 774 in Valdarno, 379 in Valdichiana, 362 in Valtiberina, 306 in Casentino.
Dei 3067 apprendisti, 910 sono i non diplomati.
Un numero di lavoratori molto elevato che rischia di ridursi drasticamente grazie alle Finanziaria.
“I provvedimenti in materia di lavoro negano di fatto le peculiarità delle aziende del comparto artigiano – dichiara Patrussi. Si passa da una legislazione che prevede una “marca” settimanale (contributo dovuto dall’impresa per l’apprendista) di 32 lire (per l’artigianato) e 5.000 lire (per l’industria), ad un meccanismo che parifica di fatto un apprendista della FIAT a quello di un’azienda artigiana. Ma noi siamo un’altra cosa – sottolinea il Presidente di Cna. E’ un grave errore non fare differenza tra chi si limita a produrre, da chi non solo produce, ma trasmette conoscenza, è radicato sul territorio e, dati alla mano, garantisce occupazione e sviluppo”.
Economicamente le aziende artigiane subiranno un aumento dei costi quantificabile in circa 1.500 euro all’anno per apprendista, con un aggravio totale stimato in 250 milioni di euro.
Per di più il provvedimento è negativo perché di fatto costituisce un colpo mortale alla possibilità di molti giovani di essere inseriti nel mondo del lavoro. “A parità o quasi di costo – si chiede Patrussi – quale imprenditore preferirebbe un giovane ed inesperto, e pure con l’obbligo formativo, ad un operaio con anni di esperienza nel settore e che da subito garantisce produzione e risultati?”
Se la volontà del Governo è quella di criticare l’attuale impostazione del mercato del lavoro così come rivista dalla Legge 30, allora, secondo Cna, bisogna avere il coraggio di aprire il confronto, a tutti i livelli, andando a rivedere tutti gli aspetti nuovi o vecchi, che peraltro avrebbero trovato negli artigiani un interlocutore attento e disponibile al confronto. Il legislatore rischia di azzerare la specificità e gli equilibri contrattuali che, da sempre, hanno caratterizzato il comparto.
Su questi argomenti Cna ha già presentato al Governo le proprie proposte e si augura vengano accolte in sede di revisione della finanziaria.

Articlolo scritto da: CNA Arezzo