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Giovani imprenditori con la voglia di fare

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Giovani imprenditori con la voglia di fare

Le idee non mancano e nemmeno la voglia di metterle in pratica, di innovare per essere sempre più competitivi, diversificando l’attività, esplorando nuovi settori, anche lontani dal core business dell’azienda di famiglia. Le giovani leve del tessuto produttivo aretino, imprenditori spesso di seconda generazione, guidano con entusiasmo le proprie aziende.
“Quello che non ci manca – spiega Maurizio Vecchio, 34 anni Presidente dei Giovani Imprenditori di CNA Arezzo e titolare insieme al padre di un’azienda in Casentino nel settore dell’arredamento classico e in stile – è sicuramente il coraggio di intraprendere nuove avventure”.
Quello aretino è un tessuto produttivo vitale (34.470 le aziende attive al 30 giugno 2006, 662 nuove imprese iscritte nel secondo trimestre dell’anno, un saldo positivo di 233 unità) con numerose aziende a conduzione familiare alle prese col passaggio generazionale.
“Non è stato per niente semplice – spiega Maurizio Vecchio – per la mia generazione affrontare il passaggio di testimone. Noi giovani che stiamo subentrando nelle aziende di famiglia ci stiamo rimboccando le maniche. Spesso la responsabilità del passaggio generazionale è tutta rivolta al giovane che deve dimostrare quanto vale, mentre anche il senior dovrebbe contribuire in questa fase delicatissima guardando in modo più aperto al mercato che cambia, senza pregiudizi verso le nuove idee imprenditoriali e favorendo l’incontro tra la sua esperienza e l’intraprendenza giovanile”.
L’entusiasmo e la voglia di fare impresa si scontrano con le difficoltà sul territorio, legate alla logistica, alla burocrazia, all’accesso al credito.
“Il sistema infrastrutturale aretino – commenta il Presidente dei Giovani di CNA – non regge il passo con le esigenze di un’economia a caccia di una rincorsa. Per cogliere il treno della ripresa bisogna essere attrezzati come imprese e come territori. E qui sono ancora tante, troppe, le cose da fare. A partire dalle connessioni del nostro territorio con le grandi reti viarie e dagli interventi nel campo della logistica logistici per far muovere le merci con una efficiente piattaforma intermodale”.
A complicare la vita delle imprese ci si è messa pure la Finanziaria. “Nella manovra è mancata una maggior dose di coraggio nel taglio della spesa pubblica – osserva Vecchio – non ci si può limitare ad applicare nuove imposte in un paese come il nostro in cui il tasso di crescita è inferiore a quello, già debole, del resto dell’Europa. Il governo avrebbe dovuto attaccare con energia i problemi strutturali dell’economia: scarsa concorrenza e sprechi alla spesa pubblica”.
I Giovani Imprenditori sono convinti che per accrescere la competitività, occorre una grande riforma delle istituzioni, dello stato, del sistema elettorale. “Abbiamo un apparato burocratico vecchio, complicato, incapace di rispondere alle sfide poste dalla competizione mondiale – sostiene il Presidente Vecchio – Va poi alleggerita la pressione dello Stato sull’economia, liberalizzando al massimo per introdurre concorrenza specie nell’energia e nei servizi”.
Altra priorità è varare iniziative che favoriscano la crescita delle piccole e medie imprese, oggi di dimensioni troppo ridotte per reggere la competizione internazionale.
“Nel resto dell’Europa la produttività aumenta, da noi no. Esortiamo le banche a dare una mano, diventando veri partner di sviluppo delle imprese. Manca infatti un rapporto forte con gli istituti di credito – fa presente il Presidente dei Giovani – la banca non deve essere vista come un semplice istituto che concede il credito, ma un partner con cui condividere i piani di sviluppo. Oggi per essere competitivi bisogna investire in tecnologie e internazionalizzazione e per far questo c’è bisogno assolutamente di un rapporto più forte con gli istituti di credito”.

Articlolo scritto da: CNA Arezzo