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La cultura, risorsa per l’Europa

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BRUXELLES – La cultura nel 2003 ha contribuito per il 2,6 per cento al Pil dell’Unione europea e il suo apporto ha registrato tassi di crescita superiori a quello dell’industria chimica, della gomma e della plastica. Inoltre il settore ha impiegato, nel 2004, 5,8 milioni di lavoratori superando il totale della forza lavoro di Grecia e Irlanda. Un giro d’affari che ha toccato i 654 miliardi di euro nel 2003.

Queste alcune delle conclusioni dello studio indipendente commissionato dall’esecutivo europeo e presentato ai ministri della Cultura dell’Ue lo scorso 13 novembre. Bruxelles mette così in evidenza l’importanza della cultura per l’economia e sottolinea il suo potenziale occupazionale.
“Questo studio aiuta a rompere il classico pregiudizio sul settore della cultura e della creatività",
ha dichiarato Ján Figel’, commissario responsabile per l’istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, presentando le conclusioni dell’analisi agli Stati membri. "Esso conferma che l’arte e la cultura sono tutt’altro che marginali dal punto di vista del loro contributo economico.
Rappresentano, infatti, una delle principali fonti d’occupazione e contribuiscono all’innovazione e allo sviluppo economico e sociale dell’Ue, delle sue regioni e delle sue città", afferma il commissario

Il documento mette in luce il contributo diretto della cultura all’agenda di Lisbona, in termini di crescita e occupazione, ma anche quello indiretto, cioè i legami tra la creatività e l’innovazione, con il settore delle tecnologie informatiche e telematiche (ICT), con lo sviluppo regionale e con l’attrattività.

"La cultura è il motore della creatività e la creatività, a sua volta, è alla base dell’innovazione sociale ed economica", prosegue Ján Figel’. "Io sono convinto che la cultura e l’arte nell’Ue costituiscano un dinamico volano economico e sociale per conseguire più crescita e per ampliare il numero e la qualità dei posti di lavoro".

Ecco le principali conclusioni dello studio:

In termini economici:
– La cultura nel 2003 ha contribuito per il 2,6 % al Pil dell’Unione europea e il suo apporto ha superato quello dell’industria chimica, della gomma e della plastica (2,3%).
– Il settore mostra una buona performance e sta incrementando la propria quota di attività economica.
– Tra il 1999 e il 2003 il comparto è cresciuto il 12,3% in più rispetto all’andamento generale dell’economia europea.
– Il giro d’affari ha toccato i 654 miliardi nel 2003, superando quello del settore delle tecnologie d’informazione e comunicazione, che nello stesso anno ha registrato un giro d’affari di “soli” 541 miliardi di euro.

In termini sociali:
– Il settore nel 2004 impiegava 5,8 milioni di persone, pari al 3,1% del totale della forza lavoro nei 25 paesi dell’Ue.
– L’occupazione nel comparto in questione è aumentata dell’1,85 nel biennio 2002-2004, mentre nell’Ue è diminuita.

L’analisi dimostra che la spesa a favore della cultura rappresenta un investimento sicuro e fa riferimento a una strategia coerente, includendo alcune raccomandazioni politiche tese a rilasciare il “potenziale di Lisbona” dell’economia culturale europea.

La strategia proposta per il futuro si compone di tre filoni principali:

– Migliorare la raccolta di dati statistici sull’importanza del settore culturale in Europa.
– Accrescere gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona attraverso i programmi dell’Ue, l’incentivazione della creatività, la condivisione di tecnologie, la creazione di piattaforme comuni, la promozione degli investimenti nell’industria della cultura, e l’inserimento della dimensione culturale negli accordi di cooperazione tra l’Ue e gli Stati terzi.
– Realizzare una riforma strutturale tramite un coordinamento rafforzato delle attività e delle politiche della Commissione europea che riguardano il settore culturale e creativo.

Lo studio alimenterà il dibattito del vertice europeo di Lisbona nella primavera del 2007. Questo documento sarà inoltre uno stimolo per la Comunicazione sul ruolo della cultura in Europa che verrà adottata il prossimo anno.