Home Cronaca La legge regionale 1/2005 è già in difficoltà

La legge regionale 1/2005 è già in difficoltà

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MONTESCUDAIO (PI) – Dalla cronaca di questi ultimi giorni emerge puntualmente quanto previsto dalle Associazioni ambientaliste nella giornata di sabato 28 ottobre a Monticchiello.
La legge regionale 1/2005, la legge che dovrebbe difendere il territorio toscano dal dilagare del cemento e della brutta edificazione, la legge della pianificazione, la legge della leale collaborazione tra Regione province e comuni, la legge che sventola giustamente la bandiera dello sviluppo sostenibile, ebbene, quella legge rischia di essere relegata al rango di un elenco di buoni propositi.
Quella legge, infatti, si sta scontrando con ciò che più temevamo: la ferma decisione dei comuni di aggirarne i principi. Il comune di cui parliamo (Montescudaio) addirittura non perde l'occasione per ribadire sulla stampa che tecnicamente la sua azione non può essere invalidata e lo fa citando articoli e commi della stessa LR 1/2005.
Se davvero il Comune di Montescudaio potesse pianificare il futuro assetto del suo territorio senza ricorrere a nessuno degli strumenti suggeriti e previsti dalla LR 1/2005 (Accordo di Pianificazione, Conferenza Paritetica Interistituzionale, etc.) allora dovremmo decretare (nostro malgrado e a malincuore) la fine prematura di questa legge.
La LR 1/2005, infatti, nelle intenzioni del legislatore, prevede per i comuni, come primo atto, l'approvazione di un Piano Strutturale per calibrare entità e collocazione strategica delle nuove previsioni urbanistiche, nel pieno rispetto delle risorse e della vocazione del territorio nonché degli altri atti di pianificazione ad esso afferenti (PTC della provincia e PIT della Regione).
Successivamente, prevede lo sviluppo di tali previsioni mediante l'approvazione di un Regolamento Urbanistico rinnovabile nell’arco di un quinquennio, per diluirle in un lasso di tempo ragionevolmente lungo da far sì che le future generazioni possano usufruire degli stessi diritti accordati all'attuale, ma soprattutto per poter attivare quelle necessarie fasi di verifica senza le quali anche le migliori intenzioni possono fatalmente trasformarsi in scandali.
A Montescudaio si è fatto il contrario: prima si è deciso dove e quanto costruire con una variante ad hoc e dopo si è piegato il Piano Strutturale alla variante medesima. Tanto è drammaticamente vero, che gli stessi progettisti non hanno firmato il Piano.
E il Regolamento Urbanistico? Questo strumento di fatto non serve più, perché tutte le previsioni del PS sono state trasferite nello strumento urbanistico generale vigente con la variante.
E i diritti delle nuove generazioni? E le verifiche? Sono forse tutte sciocchezze formali? No.
Da questo quadro emerge in tutta evidenza come quella variante violi i principi e la filosofia stessa della LR 1/2005. E' abbastanza inutile cercare nelle maglie della legge i cavilli per fermarla.
Invitiamo la Regione ad attivarsi per difendere la legge e la sua interpretazione autentica. La strada procedurale del ‘tutto e subito’ scelta dal Comune di Montescudaio rappresenta l'esatto contrario dei principi fondanti la nostra legge regionale, ed è per questo motivo che deve essere fermata prima che costituisca un pericoloso precedente.

Articlolo scritto da: WWF Toscana