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La questione del testamento biologico

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FIRENZE – Ieri in Commissione Igiene e Sanità del Senato, presieduta dal Sen. Ignazio Marino, è stata audita una delegazione dell'Associazione Luca Coscioni, a cui partecipava anche l'avv. Claudia Moretti, legale dell'Aduc.
Nei due rami del Parlamento sono pendenti due proposte di legge in materia. Alla Camera, frutto della collaborazione tra Aduc e Associazione Coscioni, è a firma dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, al Senato a firma del sen. Furio Colombo dell'Ulivo
Durante l'audizione, Claudia Moretti ha evidenziato i punti essenziali della legge:
1. Il testamento biologico deve esser necessariamente vincolante per il medico, salvi i limiti naturali dell'interpretazione, tipica di qualsivoglia documento scritto;
2. Deve esser vincolante anche nei casi di necessità ed urgenza e nel pericolo di vita, sempre che lo stesso giunga in tempo utile al medico che si trova a soccorrere e/o a rianimare un paziente. Negli Stati Uniti, dove il testamento biologico esiste da decenni, molti girano con il loro documento nel taschino e nell'auto. Spesso è proprio nei casi d'urgenza e di pericolo di vita che il medico deve conoscere le volontà terapeutiche del paziente.
3. L'alimentazione, la respirazione e l'idratazione artificiale devono esser compresi fra i trattamenti sanitari espressamente rifiutabili dal paziente, al pari delle altre cure. E ciò a prescindere e del tutto indipendentemente dalla loro qualificazione come accanimento terapeutico. Laddove vi è consenso o dissenso informato al trattamento validamente espresso dal paziente o da chi lo rappresenta (tutore o fiduciario), non può trovare spazio il concetto di accanimento terapeutico. L'individuo sceglie, e scegliendo decide per se stesso quale cura sia adeguata e quale eccessiva, quale sia utile e quale inutile.