Home Attualità Le Banche italiane ostacolano i ‘Papa Bond’

Le Banche italiane ostacolano i ‘Papa Bond’

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MILANO – Banche mistificatrici, egoiste e bugiarde. È questo quanto emerge dall’inchiesta di Soldi Sette – il settimanale di Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, dedicato al risparmio – su 14 banche per valutare la possibilità di acquisto di una nuova emissione obbligazionaria.

A metà novembre l’Alleanza Gavi, organizzazione umanitaria riconosciuta in tutto il mondo, ha portato a termine tramite la società IFFIM, il suo braccio finanziario, un’emissione obbligazionaria memorabile. In uno storico intreccio tra solidarietà e finanza è stato infatti raccolto un miliardo di dollari che verrà usato per la diffusione delle vaccinazioni nei Paesi in via di sviluppo e per altri progetti umanitari volti a salvare la vita di milioni di bambini.

L’emissione ha trovato sostegno in ambienti politici, religiosi, dello spettacolo, e riscosso un grande successo anche presso gli operatori finanziari perché considerata un investimento profittevole e sicuro, tanto da farle meritare dalle tre più grandi compagnie di rating del mondo (Moody, S&P e Fitch) il voto AAA sull’affidabilità, il massimo che si possa ottenere.
Il cardinale Martino, dietro mandato di Papa Ratzinger, ha sottoscritto il primo bond e lo stesso hanno fatto, con i bond a seguire, l’Arcivescovo di Canterbury, il Rabbino capo, il Consiglio mussulmano britannico, il Forum industria britannico e la rete di Organizzazioni Sikh.

Gli istituti di credito italiani non hanno invece sostenuto l’iniziativa: solo 3 delle 14 banche visitate da 'Soldi Sette' hanno consentito l’acquisto dell’obbligazione; ben 9 istituti non hanno dato accesso all’investimento perché l’obbligazione era stata emessa da meno di un anno mentre un importo minimo superiore a quanto effettivamente stabilito è stato richiesto da altre due banche.

I RISULTATI DELL’INCHIESTA
Banca …………… Ris ……….. Note
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Fineco …………… No ………….Non è nel paniere
IwBank –No–………–Non vende bond più giovani di un anno
Xelion No Non è nella nostra piattaforma di prodotti
B. di Brescia No Non vende bond più giovani di un anno
Banca Sella Si Acquistati 1.000 dollari al 2° tentativo
Bnl No Non vende bond più giovani di un anno
Unicredit No Non acquistato (minimo 15.000 euro)
Banca di Roma No Non vende bond più giovani di un anno
SanPaolo No Non acquistato (minimo 50.000 euro)
Banca Carime Si Acquistati 1.000 dollari al 1° tentativo
Antonveneta No Non vende bond più giovani di un anno
Banca Intesa No Non vende bond più giovani di un anno
Mps No Non vende bond più giovani di un anno
Deutsche Bank Si 1.000 dollari al primo tentativo
fonte: Soldi Sette 5.12.2006

“Pur di vendere solo i propri prodotti le banche negano, anche con l’inganno, l’accesso a investimenti le cui finalità etiche sono riconosciute da tutti ovunque”. – afferma Vincenzo Somma, direttore di Soldi Sette – “In particolare colpisce l’interpretazione faziosa della legge sul risparmio che, pensata per la tutela del piccolo consumatore, è stata trasformata in un sostegno pubblicitario per i prodotti delle banche stesse e in una tagliola per il malcapitato cliente che è costretto a investire su questi ultimi”.

“La vicenda è ancora più incredibile” – continua Vincenzo Somma – “se si pensa che per la prima volta nella storia della finanza ben sei diversi Stati (Regno Unito, Francia, Spagna, Svezia e Norvegia e Italia) si sono impegnati a garantire ai sottoscrittori la restituzione del capitale investito a scadenza”.

Articlolo scritto da: Altroconsumo