Torna a fare bella mostra di sé la statua posta in cima alla piaggia di Murello: con l?inaugurazione di stamani è stata restituita alla città un'opera d'arte che è testimonianza di un momento storico ricco di avvenimenti che profondamente hanno segnato il tessuto sociale e culturale della città.
Si tratta del monumento a Ferdinando III di Asburgo Lorena granduca di Toscana dal 1799 al 1824. Ferdinando III (1769 – 1824) era figlio secondogenito di Pietro Leopoldo il quale, divenuto imperatore d'Austria nel 1790, gli cedette il trono del Granducato di Toscana. Il granducato, anche se ridotto a provincia dell'Impero austriaco, beneficiò delle riforme illuminate degli Asburgo: furono abolite le dogane interne e l'agricoltura venne fortemente incentivata. Sotto il governo di Ferdinando III vennero portate a termine importanti opere pubbliche come la bonifica della Valdichiana, elaborata dall'aretino Vittorio Fossombroni, e la conclusione dei lavori che comportarono l'apertura della via "Anconetana" che fungeva da corridoio verso l'Adriatico.
Il governo di Ferdinando III viene interrotto nel 1799, ad opera delle truppe francesi post rivoluzionarie ma il popolo aretino con i moti detti "Viva Maria", riuscì a ricacciare inizialmente l'invasore che comunque ben presto si instaura nella regione, come in gran parte dell'Italia per un periodo, legato alle fortune di Napoleone, che giunge fino al 1814, anno in cui il congresso di Vienna sancisce il ritorno del granducato nelle mani della casa austriaca e nelle quali rimarrà, passata con la morte di Ferdinando al figlio Leopoldo II, fino al 1859 e l?anno successivo la Toscana viene annessa al regno d'Italia.
La grande scultura, in marmo bianco di Carrara su gradinata in travertino di Rapolano, è opera dell'artista fiorentino Stefano Ricci (1765 – 1837), professore di scultura all?accademia di belle arti di Firenze ed autore, tra l'altro, del cenotafio a Dante in Santa Croce a Firenze; fu commissionata da Girolamo Bacci gonfaloniere della città, nell?anno 1815 e venne realizzata, con la supervisione del pittore Pietro Benvenuti di Arezzo, a Firenze nel laboratorio di Via Larga. Il disegno del piedistallo fu eseguito dal pittore Angelo Ricci con la probabile collaborazione del suo allievo aretino Ranieri Bartolini.
Il granduca è raffigurato coperto da una toga, il capo cinto da una corona di foglie di quercia, con un leone, simbolo di regalità e potenza sdraiato ai suoi piedi; regge nella mano sinistra un'asta culminante nel giglio fiorentino. Altre raffigurazioni sono nel basamento: sui fianchi gli stemmi Granducale e della città di Arezzo mentre il fronte reca un'iscrizione commemorativa; sul verso del basamento il bassorilievo che illustra, a ricordo della bonifica, l'unione tra la val di Chiana e l'Arno.
La statua venne eretta in Piazza Grande il 13 aprile 1822 ma l'inaugurazione ufficiale fu celebrata solo l?11 novembre del 1923 "giorno beato, che nella piazza Grande, al suono festoso di tutte le campane, e fra gli applausi di un affollata moltitudine l'Augusto simulacro comparve" come ricordano le cronache del tempo e nel dicembre di quell'anno venne pubblicato il libretto: ?Descrizione della statua colossale di marmo rappresentante sua altezza imperiale Ferdinando III." di Giulio Anastasio Angielucci.
Nel 1932 in seguito alle necessità legate allo svolgimento della Giostra del Saracino, con lo spostamento della lizza dalla parte bassa della piazza all'attuale posizione, si decreta la rimozione della statua e la sua collocazione, prima in Piazza S. Agostino e poi in cima alla Piaggia di Murello con il beneplacito sia della Brigata degli amici dei monumenti sia della commissione nominata dal Podestà e della quale facevano parte il prof. Mario Salmi e l'ingegnere restauratore Giuseppe Castellucci i quali, per avallare l'operazione, non esitano a definire l'opera "decadente e priva di alcun valore storico ed artistico"!
Il monumento aveva subito nel tempo le ingiurie legate alle vicissitudini passate ed alla sua collocazione all'esterno in una zona della città dove non è poco il traffico veicolare. Infatti, a parte alcune rotture e riparazioni già subite, la superficie era completamente ricoperta da una spessa patina scura costituita da licheni e da "crosta nera" che tipicamente aggredisce le opere marmoree esposte all'inquinamento.
Praticamente mai restaurata, come altre opere cosiddette minori che sono destinate per l'esiguità dei fondi destinati alla loro cura e manutenzione a rimanere abbandonate per molto tempo, è stata scelta come cantiere finale del progetto Master, iniziativa Equal, corso per "addetti al restauro delle superfici architettoniche decorate", voluto e gestito dall'Assessore alle politiche comunitarie Gianni Cantaloni e coordinato dall?architetto Riccardo Stolzuoli, che si è svolto tra il 2002 ed il 2005 ed ha formato, sotto la direzione di Tommaso Sensini una quarantina di operatori che oggi lavorano nel settore del restauro.
Dal luglio 2005 il monumento è stato sottoposto ad un completo restauro condotto dapprima da un gruppo di allievi e poi portato a termine, per le opere specialistiche, dallo Studio TRe di Arezzo che ha operato gratuitamente con la consulenza dell'Opificio delle pietre dure di Firenze e la direzione della Soprintendenza di Arezzo.
Il restauro è consistito in una completa campagna diagnostica. La pulitura per la rimozione delle patine licheniche e della crosta nera è stata eseguita sia con metodi tradizionali sia utilizzando, per la prima volta in assoluto in Arezzo, il Laser che permette un?azione estremamente selettiva. Anche per la protezione finale si è adottato un procedimento innovativo a base di ossalato di calcio artificiale che riproduce sulla superficie una patina protettiva, compatibile e naturale, che la preserva da futuri attacchi acidi legati all'inquinamento.
All?inaugurazione di stamani hanno presenziato il sindaco Lucherini e tutti gli assessori della giunta comunale.
Articlolo scritto da: Comune di Arezzo