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Sosteniamo il cuore che batte dell’Italia

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Sosteniamo il cuore che batte dell’Italia

AREZZO – Siamo oltre 4 milioni di imprese, il 70% del sistema produttivo italiano. E 13 milioni di addetti, pari al 63% degli occupati; tra il 2000 e il 2004 siamo cresciuti oltre 130 mila unità; dal 2000 ad oggi abbiamo creato 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro mentre nello stesso periodo la grande industria ha perso circa 150 mila posti di lavoro dal 2000 al 2004. La dimensione aziendale delle imprese è cresciuta, passando da 2,8 a 3,1 addetti. Ma sono cresciute anche le imprese più piccole (da 1 a 9 addetti) passate da 1,8 a 1,9 addetti. Il nostro contributo alla creazione della ricchezza nazionale è pari al 70% ed è in ulteriore crescita negli ultimi anni.
Noi ( imprese artigianali, commerciali e di servizi) contribuiamo all’export italiano per il 40%.
Con questi dati alla mano, CNA protesta contro la manovra economica giudicata un documento squilibrato, basato troppo poco sullo sviluppo e troppo sulla tassazione a carico delle pmi. Sabato 25 novembre a Firenze presso il Teatro Puccini dalle ore 11,00 alle ore 13 una delegazione di CNA Arezzo parteciperà alla manifestazione interregionale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio) indetta contro la Finanziaria.
“Dopo un confronto serrato con il Governo – afferma il Presidente CNA Arezzo Mauro Patrussi – abbiamo strappato un emendamento che ammorbidisce i dieci punti contributivi secchi sull'apprendistato originariamente previsti dalla Finanziaria. Questo sancisce il riconoscimento del Governo del ruolo degli artigiani e delle pmi e della loro soggettività. Ed è anche un parziale risarcimento dell'accordo fatto sul Tfr soltanto coi sindacati e Confindustria. Ma la manovra economica continua a non soddisfarci e rimangono grossi nodi da sciogliere come il cuneo fiscale e la riduzione delle tariffe Inail, così come va riequilibrata ogni impostazione troppo meccanicistica in materia di revisione degli studi di settore”.
L’artigianato ha ottenuto che per il primo anno un datore di lavoro paghi solo un punto e mezzo di contributi sull'apprendistato, il secondo anno tre punti e solo il terzo anno i dieci punti inizialmente previsti. Tutto questo per le imprese sotto i nove dipendenti, secondo il concetto di micro-impresa europea. Mentre a livello politico la piccola impresa ha affermato il principio che l'apprendistato è un percorso di inserimento al lavoro attraverso la formazione, correggendo quell'impostazione ideologica della Finanziaria che vedeva in questo contratto un'idea di precarietà, cosa del tutto inaudita.
La manovra economica, a giudizio di CNA, si basa ancora troppo sui sacrifici richiesti quasi esclusivamente ad artigiani e commercianti e sui contributi previdenziali pagati da loro e da tutti i lavoratori autonomi. “Chiediamo che si abbandoni qualsiasi forma di salasso in cambio di una tassazione compatibile con le reali possibilità delle pmi – precisa Mauro Patrussi – riteniamo inoltre che per correggere la manovra si debba agire sulla parte relativa allo sviluppo con un forte impegno del Governo per l'innovazione tecnologica, le reti di impresa e la costituzione di un fondo di garanzia che sappia sostenere le imprese che perdono il tfr, con particolare riguardo per le pmi”.
“Stiamo anche cercando di ottenere altri risultati importanti – continua il Presidente CNA – come l'estensione degli sgravi sul cuneo fiscale anche alle imprese più piccole, per ora escluse dai benefici, e la riduzione delle tariffe Inail per l'artigianato. La nostra proposta è uno sconto di 100 milioni di euro sui premi previsti per il prossimo anno e di 300 milioni sia per il 2008 sia per il 2009”.
Sugli studi di settore l'idea su cui CNA sta lavorando è arrivare ad un accordo come fu nel 1996 sul fisco, negando qualsiasi forma di automatismo degli studi di settore che non tenga conto delle caratteristiche dei diversi comparti in cui operano le pmi.