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Teatro: Liolà con Jannuzzo e Arcuri

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Teatro: Liolà con Jannuzzo e Arcuri

Con la commedia LIOLA’, con Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri, per la regia di Gigi Proietti, in scena al Teatro Politeama martedì 30 maggio alle ore 21, con replica mercoledì 31 maggio alla stessa ora, si conclude la Stagione di Prosa 2005/2006, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo

La prevendita dei biglietti viene effettuata presso il Servizio Informagiovani del Comune di Arezz o (Piazza Guido Monaco, 2, tel. 0575 377868), dal lunedì al venerdì dalle ore 10,30 alle ore 18,30.

Nei giorni di spettacolo la vendita dei biglietti viene effettuata anche presso la biglietteria del Teatro Politeama.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Cultura, Attività Teatrali e Musicali del Comune di Arezzo, tel. 0575 377503-377505-377442.

Note artistiche dello spettacolo:

LIOLA’

commedia in tre atti di: Luigi Pirandello

regia: Gigi Proietti

con: Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri

e con: Guia Jelo, Turi Catanzaro, Lucia Guzzardi, Nellina Laganà, Giovanna Centamore, Veronica Milaneschi, Aurora Peres, Antonella Scimemi, Elio Schiavoni jr. e Karin Proia

produzione: Francesco Bellomo per The Dreamers S.r.l. – Gianclaudio Bandista per Politeama S.r.l.

“…La terra duna lu fruttu a cu la lavura;

no a cu ci teni lu pedi supra…”

Questa commedia d’ambiente siciliano, narra di un dongiovanni campagnolo che, con il suo comportamento, mette allegramente a soqquadro il microcosmo in cui vive.

Egli è immune dalla brama di benessere materiale che assilla la società dell’epoca. Una società di tipo verghiano per gli interessi da cui è dominata, nonché per la corale partecipazione agli avvenimenti.

Ma tutta pirandelliana è la conclusione che balena con chiarezza; il trasgressore delle regole è l’unico veramente buono e generoso, gli altri sono interessati, egoisti e gretti.

Tuzza, incinta di Liolà, suggerisce allo Zio Simone di attribuirsi la paternità del figlio che ha in grembo, mettendo così a tacere le male lingue. In questo modo Tuzza pensa di assicurarsi l’avvenire e di vendicarsi non solo di Liolà ma anche di Mita che ha sposato il vecchio benestante, creandosi una posizione alla quale lei stessa aspirava.

Il piano è ben congegnato, la povera Mita è malmenata e cacciata di casa dal marito. Ma interviene Liolà che la salva, mettendola incinta, di modo che il vecchio Zio Simone se la riprende in casa, preferendo questa paternità a quella illegale procuratagli dalla Tuzza.

Senza rendersene conto un senso di giustizia lo spinge a ristabilire la situazione a favore di chi era stata danneggiata ingiustamente, e contro chi ha usato la malizia e la frode.

Proprio in questa inconsapevole innocenza è la sua gioia di vivere.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo