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Al Grand Hotel la Toscana di Rosie Lawrence

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FIRENZE – Questa artista inglese, a Firenze da decenni (www.rosielawrence.com), usa il pennello con una sua particolarissima maestria e vive una sua singolare dimensione al di là del tempo. Si ispira al minuzioso naturalismo di Corot, dichiara affinità elettive con l’impressionismo di Singer Sargent, cita gli acquerellisti di fine Settecento, stupisce per le intense tonalità alla Cézanne.

Queste nature morte e paesaggi rappresentano un appassionato dialogo con una natura umanizzata, con una campagna familiare e domestica. Una fattoria, un vigneto, campi coltivati a grano, Una natura che lascia intuire la presenza dell’uomo ma dalla quale l’uomo è fisicamente assente. E sopra le cose un cielo sempre vistoso e immanente, un cielo in movimento, colto via via nelle sue varie possibilità espressive: raramente sereno, semmai ventoso, annuvolato, preferibilmente dopo la pioggia, quando i colori del mondo diventano più intensi, i contrasti più acuti, i giochi delle ombre resi più evidenti da una luce filtrata.

Di lei Pierfrancesco Listri ha recentemente scritto: “Ad assistere un dispiegato senso delle stagioni, la malinconia vivace e fresca del maturare e sfiorire, sta un eccellente talento pittorico che rimanda addirittura alla grande tradizione passata delle maggiori pittrici, dalla Anguissola a Fede Galizia. La sfumata meteorologia del sorpreso quotidiano è qui irrobustita da un a trepida solennità e da un forte gusto di sapienza manieristica”.

Allieva di Silvio Loffredo, Rosie Lawrence si è diplomata all’Accademia di Belle Arti e ha esposto in numerose personali e collettive. Nel 2005, in occasione della mostra Realtà ed emozione, omaggio a Camille Corot al castello Estense di Ferrara, ha ricevuto il primo premio attribuito insieme da critica e pubblico.