Home Politica Aree cimiteriali riservate alla sepoltura islamimica

Aree cimiteriali riservate alla sepoltura islamimica

0
Aree cimiteriali riservate alla sepoltura islamimica

AREZZO – “Le aspre polemiche di chi si oppone alla istituzione, in alcuni cimiteri comunali, di aree destinate alla sepoltura di defunti di fede islamica, rappresentano, a mio avviso, il segno di una avversione e una impreparazione non accettabili né sul piano civile né su quello religioso, non corrispondente ai valori e alle tradizioni rappresentate dalla comunità aretina.
È bene ricordare che le aree cimiteriali rappresentano un bene pubblico, gestito nel rispetto di norme urbanistiche ed igieniche, necessario a garantire la sepoltura di persone defunte.
Le modalità della sepoltura e l’arredo delle tombe risentono della sensibilità espressa dalla tradizione religiosa e civile delle comunità locali composte da persone credenti o di convinzioni diverse da quelle religiose.
In tal senso è opera civilmente meritoria, oltre che istituzionalmente dovuta, da parte della Amministrazione Comunale dare, nel rispetto delle varie sensibilità, la possibilità concreta di una sepoltura a persone immigrate e domiciliate nel nostro territorio comunale che hanno concorso come parte integrante della comunità aretina, allo sviluppo culturale, sociale ed economico della stessa. Il tutto, ovviamente nel rispetto dei vincoli igienico-urbanistici regolatori della progettazione e gestione delle aree cimiteriali.
In particolare, a proposito della sepoltura dei propri cari, da tempo richiesta dalle famiglie di fede islamica, come cristiano e cattolico, comprendo meglio il bisogno, di chi è di fede islamica, di accompagnare alla sepoltura un proprio congiunto la cui “anima è lo Spirito che ritornerà a Dio”. Spesso infatti, quando qualcuno muore, i musulmani dicono “veniamo da Dio e a Lui Ritorneremo”. Sappiamo come per i cristiani le esequie, compresa la fase della sepoltura, rappresentano un momento importante di commiato dalla persona cara defunta, intorno alla quale si stringono i parenti e la comunità. In particolare durante la Messa e l’accompagnamento alla sepoltura si rivive, davanti a parenti ed amici, anche non credenti, l’annuncio pasquale della morte cristiana alla luce del Cristo Risorto e la “raccomandazione a Dio” da parte della Chiesa come ultimo saluto della Comunità cristiana.
Così per il credente musulmano “il processo della vita è un continuo con quello della morte” e passa attraverso la tomba interrata, con sobrietà di ornamenti dove viene posto il defunto con la testa orientata verso La Mecca, “per giungere alla resurrezione ed al giudizio”.
È necessario comprendere, dunque, come la sepoltura sia un diritto della persona e della famiglia del defunto e come debba avvenire nel rispetto della sensibilità religiosa degli interessati e delle norme regolatore dell’Ente pubblico gestore della struttura. Allo stesso modo, la capacità di accogliere il bisogno e il diritto dell’altro da parte di una Comunità, penso la configuri come un “bozzetto” di umanità nuova capace di concorrere a realizzare quella dimensione “universale” a cui l’intera Famiglia Umana aspira
Infine mi preme sottolineare come, dal punto di vista politico, sia estremamente importante che le istituzioni non solo garantiscano democraticamente l’espressione dei valori religiosi vissuti dalle popolazioni, come diritto delle stesse, ma siano attente ed interessate ad essi, come un recente colloquio tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ed il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato, per il grande contributo che essi offrono per lo sviluppo della pace e di una sana convivenza civile orientata alla realizzazione del “bene comune” ovvero, del bene della persona e della collettività”.