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Basilea 2: applicazione difficile per le pmi

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AREZZO – Basilea 2 ha una data formale di avvio: il 1° gennaio scorso. Ma le banche lo applicheranno concretamente, a parte alcune eccezioni, solo nel 2008 e questo per le difficoltà di attivazione in un sistema economico che per il 94% è composto da imprese di piccole e medie dimensioni.
“Basilea 2 ha luci e ombre – commenta Paolo Selvolini, Presidente della filiale aretina di Artigiancredito Toscano e dirigente di CNA Arezzo. Da una parte rappresenta un'opportunità per le aziende di instaurare un rapporto trasparente con le banche, dall'altra vede diverse tipologie d'imprese davvero penalizzate”.
Un esempio? “Mi riferisco alle aziende operanti in settori in difficoltà, che risentono maggiormente della competitività internazionale o che vivono in aree svantaggiate. Queste imprese avranno certo accesso al credito ma a costi più elevati. Come a dire: a difficoltà se ne verranno ad aggiungere altre”.
La soluzione proposta da CNA passa attraverso una più forte valorizzazione del sistema dei consorzi fidi: un terzo soggetto forte che interagisca tra banche e aziende e capace di fare contenere alle prime il livello di rischio e alle seconde il costo del denaro.
”Sono convinto che il mondo dell'artigianato e delle piccole e medie imprese sia, in realtà, la vera forza economica di questo paese. Parlare di un nanismo è distorcente – dice Selvolini. Piuttosto credo che in Italia questo sistema di pmi abbia dimostrato da sempre doti di grande flessibilità e, insieme, l'abilità di sapere conquistare nuovi spazi di mercato. Come la ripresa del prodotto interno lordo di questi ultimi mesi sta dimostrando, in particolar modo per quanto riguarda l'export. Non si tratta, dunque, di aiutare imprese nane, ma di permettere a quelle piccole e medie di crescere”.
Secondo Selvolini, il sistema delle pmi va potenziato con interventi che ne favoriscano lo sviluppo generale. “A mio giudizio sono opportune, naturalmente nel rispetto delle norme Ue, delle misure appropriate dal punto di vista fiscale e previdenziale. Concordo sull'oppressione burocratica e regolamentare cui sono costrette le pmi: questo è un paese che vive di troppo formalismo giuridico. Occorre, però, proseguire in modo più accelerato, ampliando la riflessione a tutto l'insieme di adempimenti di natura fiscale e parafiscale che gravano in modo troppo consistente. Si devono, cioè, individuare delle corsie facilitate che introducano una maggiore semplificazione: sul fisco, sugli accertamenti, sui controlli, sul sistema bancario e quello della distribuzione”.
Un approccio che passa anche attraverso il confronto e la collaborazione proprio con le piccole e medie imprese. “Anche per quanto riguarda Basilea 2 devono essere determinati dei meccanismi che siano capaci di distinguere le pmi dall'industria, introducendo dei sistemi che tengano in debito conto di queste differenze e individuino delle formule che permettano agli artigiani di reggere ai nuovi criteri – conclude il Presidente Selvolini. Per riuscirci è opportuno valorizzare fino in fondo, con un'azione di coinvolgimento e collaborazione, proprio il mondo delle piccole e medie imprese”.