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Centri estetici: verso il collasso economico

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Centri estetici: verso il collasso economico

AREZZO – Sarebbe un settore in crescita, con rilevanti investimenti in atto, e alla costante ricerca di personale qualificato. Il condizionale però è d’obbligo quando si fa il punto sulle imprese aretine di estetica. Con l’arrivo del regolamento di attuazione della legge regionale che ne disciplina l’attività, per il 40% dei circa 200 centri estetici della provincia di Arezzo, si profila il rischio di chiusura.
Così, è un vero e proprio allarme quello lanciato dalla Federazione Benessere di Confartigianato Imprese Arezzo, che denuncia l’impossibilità oggettiva di adeguamento alle nuove norme per imprese che sono comunque state attivate nel pieno rispetto delle disposizioni previste dalle precedenti leggi e regolamenti.
‘Si tratta di un vero e proprio problema per i nostri imprenditori che per adeguarsi alle nuove normative riguardanti gli ambienti di lavoro, vengono spinti vicini al collasso economico – spiega il Presidente della Federazione Benessere di Confartigianato Imprese Arezzo Pierluigi Marzocchi – I lavori necessari per apportare le modifiche alle strutture comporteranno gravi disagi a tutta la categoria interessata, per questo Confartigianato si schiera contro l’ennesimo danno economico e dalla parte degli operatori delle imprese di estetica Ci teniamo a precisare inoltre che le nuove modifiche non porteranno alcun vantaggio per gli utenti, ma solo maggiori costi e minori introiti per le imprese’.
‘Il Regolamento di attuazione della legge regionale 31 maggio 2004, n. 28 ‘Disciplina delle attività di estetica e di tatuaggio e piercing’ – continua Pierluigi Marzocchi – è stato approvato dalla giunta regionale, nonostante le Associazioni di Categoria abbiano a suo tempo presentato una serie di proposte di modifica e/o integrazione e richiesto la sospensione dell’iter per i gravi danni che questo arrecherà alla stragrande maggioranza delle attività di estetica operanti in Toscana. Le estetiste vengono penalizzate con regole che vanno oltre quello che deve essere l'istituto di bellezza, equiparando i locali di queste attività a cliniche ospedaliere’.
‘Nel regolamento è ben articolata la parte igienico-sanitaria – spiega il Presidente della Federazione Benessere di Confartigianato Imprese Arezzo – mentre è carente la parte normativa relativa all’esercizio dell’attività di impresa, così come è assente la valorizzazione della funzione di servizio e di qualità delle imprese di estetica, anche in riferimento al territorio, al tessuto urbano e al collegamento con altre attività di servizio, quale ad esempio l’acconciatura. Il dubbio che abbiamo è che sia stata fatta una norma per aiutare altre categorie da sempre interessate al lavoro delle estetiste (vedi solarium e saune senza personale qualificato)’.
‘La Regione ha completamente ignorato le ragionevoli e opportune richieste di modifica presentate dalle Associazioni con conseguenze dirompenti su attività in sviluppo che offrono ancora possibilità di occupazione – conclude Marzocchi – così gli effetti negativi ricadranno non soltanto sulle imprese, ma anche sugli utenti. Stando al regolamento in questione, approvato i primi di ottobre, Le attività esistenti dovranno adeguarsi alle norme del regolamento regionale entro 36 mesi e se per motivi di spazio non potranno farlo, saranno costrette a limitare la propria attività o chiudere. Avevamo chiesto di applicare la normativa alle imprese nate dopo l’entrata in vigore della stessa, mentre per quelle esistenti, come stabilito in altri regolamenti spesso utilizzati come modello di riferimento, solo nel caso di trasferimento o di subingresso con modifiche della superficie dei locali, ma per adesso non siamo stati ascoltati’.