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Circoscrizioni: patrimonio di democrazia

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AREZZO – 30 anni di lavoro e di partecipazione. Un ruolo insostituibile nella vita amministrativa e democratica aretina. Ed oggi un’attività quotidiana che consente alle sei circoscrizioni un investimento annuale a favore dei cittadini di 1 milione e mezzo di euro nella manutenzione straordinaria nel territorio. E mezzo milione di euro di risorse impiegate nei settori del sociale, della cultura dello sport.
“Vogliamo davvero cancellare questo patrimonio? si chiede Aurora Rossi, assessore al decentramento, commentando il disegno di legge che prevede la sostanziale soppressione delle circoscrizioni in realtà di dimensioni quale quella aretina. Nel nome del costo della politica no di certo: il gettone di presenza di un consigliere supera a malapena i 20 euro a seduta ed i componenti delle Commissioni non hanno alcun compenso. Un Presidente di Circoscrizione che opera a tempo pieno arriva a 1.200 euro mensili. Non sono certo queste le cifre in grado di abbattere i costi della politica tanto più che qui parliamo di consiglieri eletti in maniera diretta. Non sono “nominati” ma eletti direttamente dai cittadini”.
Eliminare le circoscrizioni significherebbe colpire l’anello più debole (e meno costoso) del sistema istituzionale ma al prezzo dell’ eliminazione di uno spazio decentrato di partecipazione democratica dei cittadini.
Molte città italiane, governate sia dal centro sinistra che dal centro destra, hanno sottoscritto un documento nel quale evidenziano come nella revisione delle competenze istituzionali non possa mancare un riferimento alle Circoscrizioni, come parte integrante di una politica che voglia investire in democrazia, partecipazione e coesione sociale.
“Anche le città medie come la nostra – sottolinea Aurora Rossi – devono confrontarsi con nuovi cittadini da integrare, anziani da non lasciare soli, territori da ri-progettare e occupare per garantire più sicurezza, servizi socio-sanitari da ripensare, luoghi e arredi pubblici da curare per evitare il degrado. Le circoscrizioni sono già attualmente una cerniera tra i cittadini e l’amministrazione e in una realtà sempre più difficile per i cambiamenti demografici che stiamo vivendo e per la frammentarietà degli interessi rappresentati, possono confermarsi motore di partecipazione ma anche diventare interpreti della complessità e quindi contribuire a costruire risposte sostenibili e partecipate.
Si colpisca dove si annidano sprechi e privilegi ma non si cancellino istituzioni utili e che formano figure di amministratori locali attenti ai problemi dei cittadini e al bene comune”.