Home Politica Consiglio Comunale del 4 Maggio

Consiglio Comunale del 4 Maggio

0

AREZZO – L’assessore Franco Dringoli ha presentato le variazioni al Piano delle opere pubbliche. 400.000 euro saranno destinati al Palazzo di Giustizia: “sono necessari interventi di rifinitura: ringhiere, vani ascensore, revisione dei prezzi di materie prime”. Il Comune ha quindi attivato un mutuo.
Un altro intervento è per l’adeguamento dell’immobile di via Pellicceria: 65.000 euro per gli impianti elettrici. 132.000 euro saranno destinati all’immobile di via Masaccio che ospita il nido.
Dringoli ha anche annunciato una nuova localizzazione del nuovo canile municipale che sarà nella zona del Casolino.
Il consigliere Ghinelli (An) ha criticato la decisione dell’Amministrazione per il project del nuovo parcheggio dell’ospedale: “se il Comune sta pensando all’Atam quale soggetto per la progettazione, la scelta è sbagliata perché l’azienda non ha le strutture tecniche per la progettazione”.
I gruppi di minoranza hanno dichiarato di non poter votare a favore del complesso della delibera ma hanno chiesto di poter votare i singoli atti illustrati dall’assessore Dringoli. Si è sviluppato un ampio dibattito con la partecipazione di molti consiglieri al termine del quale la richiesta è stata accolta. I consiglieri di opposizione hanno quindi votato contro le variazioni per l’immobile di via Masaccio ed il recupero di un edificio rurale.
Il complesso della pratica presentata dall’assessore Dringoli è stata quindi approvata a maggioranza.

Adesione alla Carta europea per la parità delle donne e degli uomini

Il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità di aderire alla Carta europea per la parità delle donne e degli uomini nella vita locale. La relazione del consigliere Marco Tulli (Verdi) ha messo in evidenza dati sulle violenze di genere che risaltano una condizione ancora di forte discriminazione e disparità nei confronti delle donne.
La carta alla quale il Comune ha aderito ha come obiettivi quello di stimolare gli enti locali a progredire sulla strada dell’eguaglianza dei diritti e la creazione di un gruppo di lavoro formato da cittadini, associazioni, categorie e rappresentanti delle istituzioni pubbliche che si occupi della redazione di un piano di azione per l’uguaglianza. L’assessore alle pari opportunità relazionerà al Consiglio Comunale su quanto prodotto dal gruppo di lavoro.

La relazione semestrale del Presidente della Commissione Controllo e Garanzia

Il consigliere comunale Guglielmo Borri (Udc), in qualità di presidente della commissione consiliare controllo e garanzia, ha presentato la prima relazione semestrale relativa all’attività dell’organismo da lui presieduto.
La seduta inaugurale della commissione si è svolta in data 11 settembre 2006, vice presidente è stato eletto il consigliere Raffaello Giorgetti (Fi). La compongono, oltre ai due già citati consiglieri, Rossella Angiolini, Marco Bianchi, Andrea Cutini, Giorgio Del Pace, Marco Manneschi, Alberto Merelli, Giovanni Pelini, Marco Tulli.
Dal suo insediamento, la commissione ha vagliato le nomine compiute dal Sindaco, in particolare se le stesse risultavano in corrispondenza con gli indirizzi generali e gli obiettivi programmatici dell’amministrazione non rilevando alcuna eccezione circa la conformità dei provvedimenti.
Dopo di che ha verificato il rispetto delle prerogative dei singoli consiglieri in relazione allo svolgimento del loro mandato mentre ha ritenuto, previa richiesta del Sindaco Fanfani, di non avere competenza su questioni attinenti il comportamento dei dipendenti comunali.
Una seduta specifica è stata dedicata all’audizione dei presidenti di circoscrizione valutando congiuntamente agli stessi l’opportunità di istituire una omologa commissione nell’ambito di ogni singolo consiglio circoscrizionale.
Con una recente proposta, la commissione ha infine invitato il Presidente del Consiglio Comunale a inserire le proposte di deliberazione consiliari nel sito internet del Comune di Arezzo per facilitarne la consultazione da parte dei consiglieri stessi.
Borri ha concluso sottolineando la piena collaborazione tra commissione e Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale anche attraverso la presenza di Giuseppe Caroti alle sedute dell’organismo.

Il dibattito Nuove Acque
Giorgio Del Pace (Ds) ha presentato un atto di indirizzo con il quale invita il Sindaco e la Giunta ad aderire all’iniziativa “Strade sicure-Make roads safe”, promossa dall’Aci per arginare il fenomeno degli incidenti stradale mortali anche attraverso la sollecitazione di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che predisponga linee guida per azioni politiche concrete da adottare da parte di ogni singolo Stato.
L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio Comunale ha poi affrontato la querelle “Nuove Acque”. Tre gli atti di indirizzo inerenti, per i quali è stata disposta la discussione congiunta.
Il primo, di Stefano Baldi (Fi), ha inteso attivare una procedura idonea ad avviare una nuova gara d’appalto per la gestione del servizio idrico in vista di una possibile rescissione del contratto con “Nuove Acque”, clausola a disposizione dell’amministrazione comunale dopo il termine del maggio 2008. Baldi si è espresso in termini di “carrozzone che ha dato vita a una serie di record negativi, dalle oltre 3000 interruzioni del servizio nell’ambito dell’ATO 4 agli aumenti tariffari”. Il modo per tornare indietro tuttavia non è individuato nella ripubblicizzazione ma “nel rispetto del principio di sussidiarietà per giungere a gare di aggiudicazione che portino il privato a gestire ed erogare il servizio con qualità, massima convenienza per i cittadini e secondo un preciso codice etico”.
Da Rossella Angiolini (Fi) la presentazione di un atto di indirizzo, questa volta dell’intera opposizione, con la proposta di referendum consultivo dei cittadini e la richiesta di una sostanziale rivisitazione delle clausole contrattuali tra soggetto pubblico e privati per verificare tutte le possibili scelte gestionali. “Già in Consiglio Regionale, Forza Italia ha chiesto la soppressione della quota per l’utenza domestica a carico delle famiglie con redditi ridotti e nuove forme di indirizzo e coordinamento per la determinazione dei piani tariffari e limitare così le sperequazioni tra le varie aree della Toscana”. Angiolini ha chiesto la “risoluzione contrattuale con l’attuale gestore francese” che ha portato la società Nuove Acque ad “applicare le tariffe più care di tutta Italia”.
Marco Manneschi (Città aperta) ha presentato un atto per avviare in tempi rapidi una verifica dell’ipotesi di riscatto della gestione del servizio idrico nell’ambito dell’ATO 4, proporre una riduzione delle tariffe e agevolare bassi consumi e consumi sociali. La ripubblicizzazione del servizio non viene esclusa da Manneschi che tuttavia avverte: “Aprire un contenzioso con il soggetto gestore, di natura mista a prevalente presenza pubblica ma con un privato che ha obiettivamente un ruolo di leadership, non è molto opportuno. Il riscatto si presenta come la soluzione meno gravosa e più elegante per chiudere una vicenda con poche luci e molte ombre. La legge tra l’altro non permette il ritorno sic et simpliciter al Comune perché prevede forme di gestione associata attraverso i cosiddetti ambiti, per i quali la Regione paventa addirittura accorpamenti territoriali. Il pubblico non può comunque essere visto sempre negativamente, è possibile ricondurlo a forme di gestione aziendale. Necessita tuttavia partire da una verifica imparziale, un percorso conoscitivo adeguato che sappia decodificare tutte le informazioni che ATO 4 ha messo a disposizione”.
Gianni Cantaloni (Fi) ha ricordato come siano passati “due mesi dalla presentazione dell’atto di indirizzo dell’opposizione illustrato da Rossella Angiolini, un lasso di tempo che è servito a tanti consigli comunali della nostra provincia a deliberare all’unanimità che sulla gestione attuale del servizio idrico sia fatta chiarezza. Dal 1999, i nostri concittadini sono arrivati a pagare più del doppio di prima dell’arrivo del socio francese. Per non parlare degli investimenti che il socio privato ha fatto mancare, in presenza addirittura dei progetti, all’ATO 4. Che impianti ci ritroveremo fra 25 anni, che entità di investimenti saranno costretti a sostenere i comuni? I bilanci, con alte tariffe e assenza di investimenti, dovrebbero essere floridi. Non è così, addirittura si riscontrano perdite di esercizio. Infine, le consulenze esterne, onerose e inspiegabili, che Nuove Acque paga a privati per 1 milione e 100.000 euro. Al di là di ogni considerazione, è dunque il buon senso a suggerire un’analisi attenta sul da farsi, magari con l’ausilio di tecnici del settore”.
Subito dopo l’intervento di Cantaloni, Stefano Baldi ha reso noto il ritiro della propria mozione in quanto parte del suo contenuto va a integrare la mozione di Rossella Angiolini, che viene così parzialmente modificata e integrata. Su questa unica mozione, al momento del voto hanno annunciato di convergere i gruppi di minoranza.
Per Francesco Francini (Udc) la sinistra non fa autocritica per i danni provocati alla città dalla politica dissennata su tutti i temi importanti, dalle acque ai trasporti, “penso all’aeroporto”. Anche “i partiti che più parlano il linguaggio no global e antiliberista non sono intervenuti su una questione che converge l’operato di una multinazionale. Anche i benefici che semmai arrivano agli aretini, qualità delle acque in primis, sono dovuti a scelte fatte dai governi nazionali e non certo dalle amministrazioni locali e regionali”.
Per Marco Paolucci (Prc) “un bene che appartiene alla collettività deve essere gestito dalla collettività stessa. Siamo stati contrari fin da allora, dal 1999, alla scelta della multinazionale francese. Il centrodestra nei sette anni di governo è stato latitante, hanno semmai parlato comitati e migliaia di cittadini attraverso raccolta firme o azioni simili. Saranno proprio i cittadini il punto di riferimento per ogni scelta futura”.
Luigi Polli (Ds) ha sottolineato come “sia necessario stare ai fatti durante questa discussione. Negli ultimi 40 anni questa città ha fatto scelte importanti, anche in ambito idrico, di grande rilevo finanziario. Arezzo è stata tra le prime città a fare la scelta di un nuovo potabilizzatore altamente tecnologico che attinge acqua da Montedoglio e la riversa, ottima, sulla rete cittadine. Sono state scelte di amministrazioni di sinistra. L’operazione Nuove Acque non è stata propriamente una privatizzazione, ma una esternalizzazione, un accantonamento di risorse. Il capitale sociale viene remunerato con una canone annuo che tutti i comuni, compreso Arezzo, riscuotono. Quando i comuni rientreranno in possesso dell’azienda, riacquisiranno l’intero capitale sociale. La stessa tariffa di Nuove Acque ha una storia. Inizialmente ereditò quella applicata dal Comune di Arezzo, poi è aumentata ma per consentire investimenti per 90 milioni di euro. Di questi, molti sono stati spesi per la città. Fra 23 anni, il pubblico che riacquisisse la società, troverebbe anche un patrimonio di investimenti consistente”
Maco Tulli (Verdi) ha ricordato come “l’acqua oltre a essere un bene pubblico è un bene scarso e un privato con un bene scarso segue sempre la logica del profitto”.
Giovanni Pelini (Sdi) ha sostenuto come sia “doveroso seguire regole certe nella gestione dei servizi. Va costituita una filiera di controllo con un ruolo privilegiato per la politica che non deve portare a letture ideologiche quanto a una filiera di controllo che eviti, qualunque sia la forma di gestione, interesse privati e controllo dei manager e degli amministratori. Va stimolata la regione a legiferare in tal senso, prevedendo forme di controllo territoriale e verifiche attente che insieme ai costi e tariffe guardino a 360 gradi”.
Ulisse Domini (Margherita) ha ricordato come la scelta dell’epoca fu “condivisa con i sindacati e le categorie economiche per assicurare le garanzie ai lavoratori dei comuni che passavano dalla condizione di dipendenti pubblici a quella di dipendenti privati. La scelta inoltre venne fatta in sintonia con le previsioni della legge Galli, anche per quanto concerne le tariffe. Se oggi si sostiene che queste sono troppo elevate, Nuove Acque replica che sono conformi alla legge stessa. Sulla possibilità nel 2008 di recuperare la gestione: in realtà la scadenza era il primo ottobre 2006 per esercitare questo diritto, calcolando un terzo dei 25 anni previsti nel contratto e partendo dal primo giugno 1999 quando prese avvio l’esperienza di Nuove Acque. Su Montedoglio: in realtà il soggetto gestore dice che gli aretini bevono l’acqua dell’Arno potabilizzata”.
Pierluigi Rossi (Fi) ha ribadito che l’indirizzo da seguire “è invitare il Sindaco affinché prenda le opportune decisioni per lavorare in vista del riscatto, magari coinvolgendo la gente di Arezzo tramite un referendum”. Ha auspicato Rossi “una mozione unitaria tra maggioranza e opposizione affinché il Sindaco si senta investito da un mandato energico da tutto il Consiglio Comunale magari con una scadenza precisa per evitare futuri momenti di sofferenza”.
Paolo Enrico Ammirati (An) ha sottolineato come su “acqua e rifiuti la città si aspetta risposte dalla politica. L’assenza della Giunta e del Sindaco, la stanchezza dell’assemblea non danno una bella immagine. E per fortuna c’erano poche persone a seguire il dibattito. Il futuro di Arezzo si gioca sui bisogni e non sul turismo. Occorre una mozione unitaria e tempi stringenti per l’azione di Sindaco e Giunta”.

L’atto di indirizzo dell’opposizione relazionato da Rossella Angiolini è stato respinto con 10 voti contrari e 11 favorevoli.
L’atto di indirizzo di Marco Manneschi è stato approvato con 20 voti favorevoli e 11 contrari.

Exit mobile version