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Dai nuovi materiali un aiuto alla riabilitazione

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LECCO – Coadiuvare il lavoro del fisioterapista con dispositivi tecnologici avanzati diventa sempre di più una concreta possibilità, grazie ai passi avanti compiuti dalla ricerca nell’ambito dei nuovi materiali. Esercitatori per la mano che prolungano le sessioni fisioterapeutiche anche a casa, posizionatori per il gomito che eliminano gli effetti negativi determinati dall’immobilità cui le tradizionali ortesi rigide costringono il braccio: sono alcuni degli strumenti riabilitativi che l’Istituto per l’energetica e le interfasi (Ieni) del Cnr di Lecco ha realizzato nel contesto più generale di HINT@Lecco (Health Innovation Network Technology).
Il progetto di ricerca, che riunisce centri di eccellenza del territorio lecchese e mira ad integrare ricerca biomedica e studi tecnologici, conclude la sua attività triennale il 29 e 30 novembre a Lecco e Bosisio Parini con un seminario e un workshop nei quali si discute sulle potenzialità delle nuove tecnologie in ambito diagnostico e terapeutico.
Esempio significativo dei prodotti derivanti dalla ricerca svolta da HINT@Lecco sono proprio le ortesi e gli ausili messi a punto dallo Ieni-Cnr e illustrati nel corso della ‘due giorni’. “La caratteristica fondamentale dei nostri prodotti”, spiega Stefano Besseghini dello Ieni-Cnr, “è la loro fabbricazione con materiali funzionali, in grado di rispondere in maniera autonoma, decisamente non comune ma altamente ripetibile, a opportuni stimoli esterni. In particolare, abbiamo utilizzato leghe metalliche con caratteristiche di memoria di forma e pseudoelasticità, polimeri a memoria di forma, ossia classi di sostanze in grado di recuperare una forma preimpostata per effetto del semplice cambiamento di temperatura o dello stato di sollecitazione applicato. Proprietà che forniscono risorse innovative adattabili alle caratteristiche anatomiche dei pazienti. Così, ad esempio, il nostro ‘Esercitatore per la mano’, realizzato con leghe a memoria di forma, garantisce una costante mobilità articolare della mano in pazienti che hanno subito lesioni al sistema nervoso centrale, assicurando in tal modo continuità al trattamento terapeutico”.
Con un sistema simile, sempre basato sulle leghe a memoria di forma, Shade, un’ortesi attiva per la caviglia, permette, rimanendo seduti, di esercitare il movimento del piede.
Tra le altre ortesi sviluppate, molto valida dal punto di vista terapeutico è la gomitiera pseudoelastica Edges, che applica una forza estensoria costante provocando una graduale estensione del braccio. “Il vantaggio rispetto ai posizionatori tradizionali è duplice”, precisa Besseghini, “anziché immobilizzare il gomito in posizioni sempre più estese come fanno le ortesi attuali, Edges lascia libero il movimento evitando sensazioni dolorose. Inoltre, essa produce i suoi effetti in maniera continua e graduale adattandosi alle condizioni in evoluzione del paziente”.
Ancora in fase di ottimizzazione è il manicotto Small-C indicato per le donne che hanno subito una mastectomia radicale. “Questo intervento chirurgico”, precisa Besseghini, “provoca, in seguito all’asportazione dei nodi linfatici dall’ascella, un gonfiore del braccio che va ridotto rapidamente per evitare complicazioni. Utilizzando il manicotto, che sfrutta le leghe a memoria di forma, sarà possibile generare un massaggio a spirale che spinge attivamente il fluido lungo l’albero linfatico, evitando che si accumuli negli spazi interstiziali e dia origine all’edema”.