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Documento della conferenza interzonale dei sindaci

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AREZZO – I Sindaci della Conferenza socio-sanitaria, condividono pienamente i contenuti e le decisioni delineate nel documento approvato all’unanimità dalla Conferenza Provinciale il 27 aprile u.s.
Si sottolinea, in particolare, la scelta della definizione del PAL per il triennio 2008-2010.
Tale scelta è di grande rilievo: infatti il PAL, insieme al Piano integrato di salute, è lo strumento fondamentale di programmazione condivisa, e la mancanza di tale strumento da ben 7 anni, ha sicuramente rappresentato il segnale più evidente dell’indebolimento del ruolo degli Enti Locali; l’assenza del PAL, sommata al non funzionamento della Conferenza dei Sindaci, ha favorito lo sviluppo di localismi anziché la programmazione provinciale.
Conseguenza di ciò è il perdurare di disparità tra le varie Zone sociosanitarie sia in termini di investimenti che di innovazione.
La Zona Aretina ribadisce la necessità che la Conferenza provinciale riassuma pienamente la sua funzione e funzionalità sia nella programmazione, sia nella relazione istituzionale con la ASL e con la Regione Toscana. In tal senso assume urgenza la nomina della segreteria tecnica a supporto della Conferenza stessa.
La Zona Aretina ritiene la stesura e definizione del PAL, che deve essere inteso come strumento snello con cui individuare alcune scelte prioritarie e di rilievo che devono trovare attuazione nel triennio, debba essere l’occasione attraverso la quale la sanità aretina attragga risorse aggiuntive, superando nel contempo la disparità di risorse assegnate nel tempo tra le ASL toscane, ma anche all’interno della ASL 8.
Si sottolinea infatti, il risultato importante raggiunto dalla ASL 8, in termini di bilancio, ma si chiede con forza alla Regione Toscana, che negli anni passati ha ripianato bilanci di ASL non virtuose, di introdurre meccanismi di premialità per quelle ASL, come la ASL 8, che hanno concretamente operato per la ottimizzazione delle risorse.
In tal senso il PAL dovrà essere lo strumento con il quale promuovere contemporaneamente innovazione e stabilità del sistema ospedaliero e territoriale.
I Sindaci della Zona aretina ritengono infatti che il PAL debba definire in modo certo le funzioni specifiche della rete ospedaliera, che deve essere messa in condizione di dispiegare appieno la sua funzionalità, ribadendo nel contempo la funzione provinciale del S. Donato.
In coerenza con il Piano Integrato di salute che la Zona aretina approverà entro luglio, la Zona aretina ritiene basilare l’unitarietà dell’approccio ospedale-territorio; si ritiene dover abbandonare una visione e pratica ospedalocentrica, nella convinzione che oggi la sfida vera sia rappresentata dalla rete dei servizi territoriali, senza i quali non esiste la continuità assistenziale.
Si ritiene che il territorio sia il punto di osservazione dal quale partire anche per rafforzare ed innovare sia le funzioni che la funzionalità della rete ospedaliera.
In particolare la Zona aretina sostiene l’urgenza dell’attivazione del Dipartimento territoriale, proponendo l’istituzione di un Hospice aretino, il potenziamento dell’ospedale di comunità, aumento di posti di RSA, nuovi centri diurni per non autosufficienti, unità di cure primarie e lo sviluppo della domiciliarità.
Tale approccio permetterà alla ASL ed ai Comuni di ottimizzare ulteriormente le risorse, avvicinando ai luoghi di vita quotidiana molti servizi, rafforzando il ruolo di alto specialismo dell’ospedale, ma nel contempo sviluppando scelte come quelle avvenute ed ulteriormente da rafforzare per la broncopneumologia nei Distretti, la nutrizione artificiale a domicilio, le cure palliative, attività di grande rilievo sanitario e sociale, che hanno portato fuori dall’ospedale prestazioni ad alta specializzazione, riducendo i costi e dando risposte ad un elevato numero di utenti che in assenza di tali scelte avrebbero intasato ospedali e pronto soccorso.
Tali scelte si devono allargare anche ad altri servizi, come ad esempio la diabetologia, la pneumologia e comunque tutti quei percorsi che vedono nell’ospedale una sede inappropriata di gestione e vede invece nel territorio la sede privilegiata.
Rimane sostanziale l’intervento strutturale organizzativo del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Donato che rappresenta una delle sedi di maggior afflusso di tutta la provincia nonché della Regione. Ovviamente tale progetto per essere compiuto deve essere inserito in uno sviluppo progettuale complessivo che tenga conto dell’evoluzione della rete dei servizi di emergenza, della rete complessiva dei pronto soccorso e dell’organizzazione di continuità assistenziale.
Altro elemento sostanziale è la valorizzazione delle professionalità interne alla ASL8 anche attraverso una maggiore integrazione e sviluppo con l’università di Siena ed un percorso che deve vedere la possibilità di sviluppo universitario/docenza ai nostri professionisti
Nell’ottica di quanto detto e viste le potenzialità che la nostra sanità esprime chiediamo con forza che la ASL 8 possa diventare centro di ricerca e sviluppo per particolari settori.