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Emergency: lettera aperta al Governo Italiano

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AREZZO – Questo il testo della lettera aperta inviata dallo staff italiano di Emergency al Governo Italiano: "Noi collaboratori italiani di Emergency ci sentiamo direttamente lesi, nella nostra dignità professionale ed umana, dalle aggressioni che provengono da membri influenti delle Istituzioni afgane e dall'inquietante reticenza di quelle italiane.

Consideriamo gravissimo che il nostro Governo non abbia immediatamente smentito le infamanti illazioni che descrivono Emergency come fiancheggiatrice di terroristi e di Al-Qaeda. Una inaccettabile reticenza confermata anche oggi nella informativa alla Camera dei Deputati.

Lo sdegno è rivolto anche agli esponenti della maggioranza e dell'opposizione (nostri rappresentanti) nonché a quei mezzi di informazione che in questi giorni vergognosamente hanno indirizzato specifiche ed infondate accuse contro di noi ed il nostro lavoro.
Questo, in qualunque parte del mondo si svolga, è finalizzato insieme a quello di medici ed infermieri alla cura quotidiana di tutte le vittime delle guerre e delle violenze terroristiche. Nel caso di Emergency, accusando l'Associazione si accusano tutte le singole persone che con essa collaborano.

Al nostro collega Rahmatullah, a tutti i nostri colleghi in Afghanistan, a tutti gli afgani che in questi anni abbiamo conosciuto e che ci hanno conosciuto esprimiamo la nostra solidarietà: nessuna distanza potrà alterare questo legame affettivo e professionale.

Noi, da cittadini italiani, chiediamo al nostro Governo se, in quanto collaboratori di Emergency, ci ritenga "fiancheggiatori di terroristi".

Invitiamo tutti i sostenitori, gli amici , le associazioni, le istituzioni che ci sono stati vicini in questi anni e hanno espresso il loro sostegno in queste settimane così difficili SABATO 14 aprile a Firenze per un presidio di solidarietà “CON RAHMAT E CON EMERGENCY” che si terrà

– dalle 10:00 alle 13:00 in Piazza della Repubblica
– dalle 14:00 alle 19:00 in Piazzetta bambini e bambine di Beslan – davanti all'ingresso della Fortezza da Basso

Vorremmo essere in tanti, e vi vorremmo con noi per non smettere di parlare della liberazione di Rahmatullah e rispondere, testimoniandolo con una presenza importante, alle assurde, infamanti e infondate accuse che sono state fatte alla nostra associazione.

Portiamo, a testimonianza della nostra presenza, lo straccio di pace per formare una lunga catena di solidarietà, impegno e partecipazione."