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Esche avvelenate: molti i casi nel territorio aretino

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Esche avvelenate: molti i casi nel territorio aretino

AREZZO – "E’ un fenomeno che si ripete con sempre maggiore frequenza", afferma l’Assessore provinciale alla caccia Roberto Vasai. 85 i casi segnalati nel 2006, 30 dei quali nel comune di Arezzo. Si intensifica la lotta al fenomeno delle esche avvelenate e la Provincia di Arezzo invita alla vigilanza ed alla collaborazione. L’Assessore provinciale alla caccia Roberto Vasai ed il Segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci hanno illustrato i dati relativi al 2006, anno nel quale sono state segnalate 85 esche avvelenate distribuite nel territorio di 26 comuni, tra i quali quello maggiormente interessato è Arezzo con 30 casi segnalati.
"Questo fenomeno si ripete con preoccupante frequenza – afferma l’Assessore provinciale Roberto Vasai – ed è monitorato costantemente dalla Polizia provinciale e dall’ufficio caccia della Provincia. Per arginare questi atti criminali nei confronti degli animali è sempre più necessaria la collaborazione di tutte le forze di polizia ed anche dei cittadini che devono segnalarci ogni ritrovamento di esche avvelenate". Le tipologie di avvelenamento sono diverse: si va da quelle inerenti la gestione della fauna selvatica legate all’attività venatoria, ossia al controllo indiscriminato di piccoli predatori come volpi, faine, donnole e puzzole che interferiscono sulla riproduzione e sui ripopolamenti di fauna cacciabile, a quelli legati alla raccolta dei tartufi per arrivare ai dissidi condominiali ed al disturbo degli animali, particolarmente pericolosi per le persone perché i bocconi avvelenati vengono gettati nei giardini delle città, negli insediamenti urbani dove ci sono colonie feline o nelle piazze dove si alimentano i piccioni.
"Nel 2006 – spiega il segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci – si è avuto un caso anche di intimidazione criminosa esercitata tramite l’avvelenamento di un animale, un metodo che viene usato per imporre le propria volontà su un’altra persona o per ritorsione e vendetta. Il numero di 85 segnalazioni che presentiamo è, ovviamente, molto approssimato per difetto in quanto molti casi non vengono denunciati e quindi possiamo dire che sicuramente questi episodi sono qualche centinaio nel territorio provinciale. Per ciò che riguarda i veleni ha fatto la sua ricomparsa anche la stricnina, proveniente probabilmente dall’estero, e vengono inoltre usati arsenico, veleno per topi e anticrittogramici. Quando viene effettuato un ritrovamento si provvede alla bonifica dell’area interessata e, se il fenomeno si ripete per almeno due volte, si procede anche alla sua tabellazione per segnalare la situazione di pericolo, invitando in particolare al controllo dei bambini e dei minori in queste aree", conclude Gabriele Chianucci.