Home Attualità Giornata mondiale dell’ambiente – La plastica compie un secolo

Giornata mondiale dell’ambiente – La plastica compie un secolo

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AREZZO – La giornata mondiale dell'ambiente proclamata dalle Nazioni Unite cade nell'anno del centesimo anniversario dell'invenzione della plastica che nasceva nel 1907 per opera del chimico belga Leo Baekeland che inventò la bakelite, la prima plastica completamente sintetica prodotta su scala industriale. E' quanto riferisce la Coldiretti che per la ricorrenza apre la prima esposizione dedicata alle innovazioni destinate a rivoluzionare il futuro della plastica nel prossimo secolo, al Forum Internazionale Coldiretti “Dal territorio la salute per la nuova Europa”, in programma a Bruxelles il 5 giugno.Negli ultimi cento anni la diffusione della plastica ha avuto una escalation straordinaria che ha cambiato tutti i momenti della vita quotidiana, ma – sottolinea Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Arezzo – ha visto parallelamente crescere i problemi di carattere ambientale dovuti al consumo di petrolio, alle emissioni di gas serra e allo smaltimento. Nell'ambito del Forum – precisa Marcelli – sono stati esposti, per la prima volta insieme, gli oggetti di uso più comune che possono essere realizzati grazie all'innovazione con materiali agricoli non inquinanti e biodegradabili che sostituiscono la plastica tradizionale. Un salto in avanti verso la sostenibilità ambientale per un settore che nel tempo è andato incontro a profonde innovazioni.Grazie all’impegno di Coldiretti per la rigenerazione –prosegue Marcelli – in agricoltura si è imposto un nuovo soggetto, l’impresa multifunzionale, che può diventare il perno su cui far crescere il valore aggiunto prodotto dallo sviluppo territoriale e locale, anche ricercando nuovi sbocchi per produrre ad esempio energie rinnovabili, come i biocarburanti, il biogas, il fotovoltaico ed appunto le bioplastiche.In tale contesto si colloca – afferma il Presidente Coldiretti Arezzo – il modello agroenergetico di Coldiretti. Un modello che prevede la realizzazione di microimpianti diffusi e distribuiti sul territorio che, utilizzando biomassa locale, evitano le importazioni di “materie prime” da Paesi lontani che annullano, con l’emissione di ulteriore CO2 per i trasporti, ogni effetto benefico ambientale. La sola strada da percorrere, dunque – conclude Marcelli – è quella di un’energia veramente rinnovabile a chilometri zero, che utilizzi prodotti del posto: una tutela per l’ambiente, i cittadini-consumatori e l’agricoltura italiana.