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Green Book 2007: oltre 6miliardi di euro di rifiuti urbani

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Green Book 2007: oltre 6miliardi di euro di rifiuti urbani

MILANO – Qual è il “peso” economico dei rifiuti urbani in Italia? 6,4 miliardi di euro all’anno, in crescita rispetto ai 4,2 miliardi del 1998. È questo uno dei dati più significativi del Green Book – Aspetti economici della gestione dei rifiuti in Italia di Federambiente, giunto alla seconda edizione e realizzato, come il precedente, da Utilitatis pro acqua energia ambiente, istituto di ricerca specializzato nei temi dei servizi di pubblica utilità. Lo studio, che sarà presentato domani alle ore 9:30 a Milano, a Palazzo Marino (piazza della Scala 2), contiene un’accurata analisi di tutti i dati disponibili sul settore che lo rende uno strumento unico nel panorama italiano..
Lo studio fornisce un quadro sintetico ma esauriente dell’economia dei rifiuti, evidenziando con la forza dei numeri le caratteristiche di un comparto industriale dalla sempre più forte caratterizzazione imprenditoriale, all’interno del quale le imprese pubbliche associate a Federambiente giocano un ruolo da leader: la quota dei rifiuti raccolti dalle imprese pubbliche cresce dal 61,7% del 2001 al 70,7% del 2005. Le imprese pubbliche gestiscono il servizio nel 46% dei comuni (59% della popolazione), mentre il 34% dei comuni (30% della popolazione) è affidato a operatori privati e il restante 20% (11% della popolazione) è gestito direttamente dagli enti locali (nel 1996 era il 45%). Le imprese pubbliche si caratterizzano per equilibrio nei conti, trasparenza di gestione, efficienza e qualità del servizio. La crescita della loro quota di mercato appare quindi frutto della loro affidabilità e correttezza in un settore purtroppo inquinato da infiltrazioni della criminalità organizzata, traffici illeciti, smaltimenti abusivi.

IL GREEN BOOK 2007 I temi esplorati spaziano dalla tradizionale analisi della dinamica dei volumi prodotti all’esame dell’evoluzione della spesa e del ricavo per il servizio d’igiene urbana; dalla verifica campionaria dei prezzi praticati all’utenza laddove è avvenuto il passaggio da tassa a tariffa all’approfondimento sulle modalità di gestione del servizio; dallo sviluppo dei profili industriali d’un campione d’operatori del settore, esteso anche ai principali player stranieri, all’analisi dei corsi azionari dei gestori quotati, fino alla validazione dei dati presentati, avvenuta anche attraverso l’impiego di strumenti statistici, come la Backward Regression, volti a far emergere le variabili in grado di spiegare l’evolversi dei fenomeni osservati nell’economia dei rifiuti.

LO SCENARIO COMUNITARIO Il settore della gestione dei rifiuti è ormai da più di trent’anni al centro della politica comunitaria: un quadro di regole ulteriormente arricchito dalle recenti novità legislative proposte nell’ambito del VI Programma d’azione dell’UE. La complessità delle disposizioni generali di carattere settoriale ha trovato un ulteriore complemento nella recente adozione della comunicazione interpretativa in materia di servizi d’interesse generale. Gli elementi che ne emergono offrono alla riflessione del lettore le prospettive di crescita del comparto nel contesto competitivo europeo e stimolano considerazioni su quale sia il disegno strategico ottimale da pianificare per l’industria dei rifiuti italiana.

LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI La sezione del volume dedicata a questo aspetto utilizza lo schema classico dello sviluppo dei quantitativi raccolti e la successiva ripartizione del flusso in funzione della destinazione finale, attingendo ai dati ufficiali dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT) e dell’Osservatorio nazionale sui rifiuti (ONR).

I COSTI E I RICAVI Le grandezze dei Certificati di conto consuntivo dei Comuni relative a costi (che si attestano a 7 miliardi di euro nel 2005) e ricavi (circa 6,4 miliardi di euro) segnano entrambe una crescita, dovuta per le prime all’innalzamento della spesa corrente a fronte d’una riduzione di quella in conto capitale; le seconde sono conseguenza diretta dei recuperi d’efficienza che hanno creato un favorevole innalzamento della copertura dei costi, passando da un valore inferiore all’82,7% nel 1998 al 91,5% nel 2005. Il dato presenta marcate differenze territoriali, nonostante si rilevi una tendenza alla convergenza, attestandosi su valori superiori al 96% nel Nord e inferiori all’85% al Sud e nelle isole.

LE IMPRESE E LA BORSA Il focus sugli operatori del settore considera le imprese quotate e un campione delle aziende rappresentative dei principali capoluoghi. L’analisi, che rimanda all’appendice del volume l’approfondimento descrittivo del profilo industriale per singolo soggetto gestore, evidenzia il legame positivo esistente tra il margine operativo lordo e l’incidenza degli investimenti, a indicare che al migliorare delle performance dell’EBITDA le marginalità sono indirizzate verso l’attività d’investimento.

GLI ASPETTI FINANZIARI A conclusione della ricerca è stata condotta un’analisi finanziaria confrontando gli andamenti degli indicatori sintetici di public utilities internazionali (il DJ 1800 Stoxx Utility), europee (il DJ Euro Stoxx Utility) e italiane (il Datastream Utility Italia) con un indicatore riferito alle imprese operanti nel comparto ambientale. I risultati mostrano che gli scostamenti di quest’ultimo indicatore dal trend medio del periodo esaminato sono simili a quelli evidenziati dagli altri tre. Questo risultato sembrerebbe indicare che le performance delle quotazioni degli operatori italiani non hanno una significativa relazione rispetto alle politiche regolatorie che si sono avvicendate negli ultimi tempi.