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Greenpeace: Cernobyl day, azione di Greenpeace in Francia

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Greenpeace: Cernobyl day, azione di Greenpeace in Francia

ROMA – Trenta attivisti di Greenpeace provenienti da sei diverse nazioni europee sono entrati questa mattina in azione a Flamanville, in Francia, per bloccare la costruzione di tre reattori EPR di nuova generazione e denunciare – nel giorno del ventunesimo anniversario del disastro di Cernobyl – gli enormi rischi ambientali e i problemi di sicurezza legati a questo nuovo tipo di impianti.

Greenpeace chiede al governo francese di bloccare la realizzazione di questo progetto. Si tratta di reattori antieconomici e pericolosi, che utilizzano come combustibile il MOX – ossidi misti di uranio e plutonio – invece dell'uranio a basso arricchimento. Un rapporto stilato da John Large per conto di Greenpeace dimostra come il MOX sia molto più pericoloso del combustibile tradizionale: in caso di incidente la portata della contaminazione sarebbe decisamente superiore e molto più elevato sarebbe il numero di persone da evacuare.

I francesi non vogliono il nucleare: secondo un recente sondaggio, solo il 19 per cento degli intervistati crede che il nucleare possa essere una risposta al problema dell'energia; il 78 per cento del campione ritiene invece che sia necessario investire sulle fonti rinnovabili.

Anche in Italia si riaccende il fronte anti-nucleare: in appena dieci giorni Greenpeace ha raccolto, attraverso una petizione online, quasi 22.000 firme per chiedere a Prodi di bloccare gli investimenti dell'Enel nel nucleare sovietico a Mochovce, in Slovacchia.

"L'Enel deciderà a breve se finanziare o meno il completamento di due reattori sovietici di seconda generazione, una tecnologia obsoleta e pericolosa, che non rispetta gli standard di sicurezza occidentale. Centrali sovietiche anche più recenti di quelle slovacche furono bloccate in Germania dopo la riunificazione del 1990. Chiediamo al governo, che controlla oltre il 30 per cento di Enel, di bloccare questi investimenti e impedire all'Enel di esportare il rischio nucleare", dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenepace.