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I vini del Casentino hanno i profumi del territorio

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I vini del Casentino hanno i profumi del territorio

AREZZO – La Comunità Montana del Casentino ha promosso un progetto di ricerca per conservare, tramite l’iscrizione ai repertori regionali e caratterizzare questo patrimonio genetico anche al fine di valutarne le potenzialità nella moderna viticoltura. La tradizione viticola, radicata in passato in Casentino, e la presenza ancora oggi nel comprensorio di alcuni vecchi vigneti risalenti ai primi del 900, è alla base di questa proposta per la realizzazione della quale è stata sottoscritta una convenzione con il C R A – Istituto Sperimentale della Viticoltura di Conegliano, sezione operativa di Arezzo, che ha messo a disposizione il proprio personale coordinato dal dott. Paolo Storchi.

Il progetto ha avuto avvio alcuni anni fa con una prima fase di ricognizione su tutto il comprensorio (costituito da 13 comuni) che ha portato all’individuazione di numerose “piante madre” sulle quali sono stati effettuati i primi rilievi fenologici e produttivi; con il materiale prelevato dalle piante madri e dopo la moltiplicazione per innesto, è stato costituito un vigneto collezione di circa mezzo ettaro nei pressi de La Mausolea, storica proprietà dei monaci Camaldolesi gestita dall’omonima soc. coop. Agricolo-forestale che si è assunta l’incarico della sua gestione.

Attualmente nel vigneto sono raccolte circa 100 accessioni, il 70 % delle quali rappresentate da vitigni a bacca rossa, il rimanente è a bacca bianca e se ne segnala una anche a bacca rosa.

Quasi tutte le accessioni sono state sottoposte a test genetico utilizzando la tecnica dei microsatelliti. I risultati ottenuti hanno confermato la presenza di alcune varietà autonome, cioè specifiche di questo territorio (es: Morellino o Morellone del Casentino, Sanvicetro, Sapaiola ecc); in alcuni casi si è avuta la conferma della presenza di vitigni storici e diffusi anche altrove come il Canaiolo, il Sangiovese, il Moscato Bianco (moscatello di Subbiano), il Mammolo e in altri casi è stato verificato che al nome attribuito localmente al vitigno corrispondono varietà note con altro nome e tipiche di altre realtà, come nel caso del Negretto, tradizionale vitigno delle colline romagnole e Bolognesi che localmente l’agricoltore che ancora lo coltiva lo identifica per Syrah, o il Drupeggio diffuso nelle Marche che in Casentino è chiamato Volpiccio e Bottaio.

Con la graduale entrata in produzione del vigneto sono state avviate alcune analisi sulla qualità delle uve (analisi chimica per il contenuto zuccherino, acidità titolabile e PH) e sui mosti.

Nel 2006 sono state fatte per la prima volta alcune microvinificazioni sperimentali presso l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Gaiole in Chianti al fine di valutare la potenzialità enologica e le prospettive commerciali dei vitigni più interessanti. Sono stati testati i seguenti vitigni: bottaio, crepolino (entrambi a bacca bianca), calabrese, morellino del Casentino (detto anche Morellone), negretto e vaiano. Particolare interesse viene rivolto verso il morellino del Casentino per il particolare profilo polifenolico espresso.

Il progetto prevede anche la rimessa a coltura del moscatello di Subbiano (uno dei 13 comuni del comprensorio), con il quale in passato veniva prodotto un vino filtrato dolce apprezzato anche all’estero. In particolare è in corso l’impianto di un vigneto di moscatello in comune di Capolona e in collaborazione con la Provincia di Arezzo (Ufficio promozione agricola) verranno fatte varie prove di vinificazione di questo vitigno.

Il 25 di Agosto prossimo nell’ambito della manifestazione “Il Gusto dei Guidi” presso la Cantina Capitanio Gherardi nel centro storico di Poppi alle ore 21.00, si terrà una tavola rotonda dal titolo “I vini del Casentino hanno profumi del territorio”. Alla degustazione guidata parteciperanno, tra gli altri, la giornalista Alessandra Ruggi e l’enologo Niccolò d’Afflitto.

Alcune informazioni sui vini che verranno offerti durante la serata:

Casina d'Agna: produce il Castelpoppi che è un IGT – Rosso di Toscana- fatto con Merlot e Canaiolo; invecchiato in botte di legno. Castelpoppi Merlot è invece prodotto con solo Merlot e non è invecchiato.

Poggiotondo: produce Le Rancole che è un Chianti fatto soprattutto con Sangiovese; Poggiotondo è invece un IGT -Rosso di Toscana- anch'esso a base principalmente di Sangiovese e in minor misura Canaiolo.

La mausolea: produce il Borbotto Rosso IGT Toscana, prodotto con Sangiovese, Canaiolo e Merlot, il vino viene affinato nelle grandi botti di legno della cantina storica.

Borbotto Bianco IGT Toscana a base di Trebbiano e Malvasia. Musileo Vendemmia tardiva IGT Toscana, sempre a base di Trebbiano e Malvasia vendemmiati diverse settimane dopo la normale epoca.