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Il Comune di Arezzo al Forum Sociale di Nairobi

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Il Comune di Arezzo al Forum Sociale di Nairobi

AREZZO – Anche il Comune di Arezzo e la Caritas diocesana erano presenti al Social Forum mondiale tenutosi a Nairobi nei giorni scorsi. Delegato del Comune era il consigliere Alfio Nicotra (Prc).
“Pochi mesi fa – ha ricordato il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti – la delibera consiliare per l’adesione da parte del nostro Comune alla rete ‘Nuovo municipio’, adesso la partecipazione del Comune stesso a un forum utile a incentivare le relazioni fra municipi di tutto il pianeta per combattere assieme forme di esclusione e dominio a favore dei diritti di cittadinanza e la gestione pubblica dei servizi. Questi, che sembrerebbero temi di rilevanza mondiale, risultano invece iscritti anche nell’agenda politica locale. Tengo a precisare che né l’amministrazione comunale né il Consiglio che presiedo hanno dovuto sostenere spese di missione in quanto il consigliere Nicotra si è autofinanziato la trasferta”.
“Enti locali di cinque continenti – ha esordito Alfio Nicotra – hanno raggiunto l’accordo su una dichiarazione congiunta a conclusione dei lavori, inerente temi a noi molto cari: dalla lotta alla segregazione razziale e all’Aids, al controllo pubblico del servizio idrico, dalla solidarietà alla partecipazione. Vorrei sottolineare il luogo dove ci siamo riuniti: Nairobi. Nella capitale del Kenia, vivono nei cosiddetti slums 2.500.000 persone, in condizioni sub-umane. Gli slums sono baraccopoli realizzate intorno a discariche, per cui potete immaginare il fetore insopportabile e il degrado, dove mancano luce, acqua e servizi igienici di qualsiasi genere, i bambini sniffano distruggendosi il cervello una droga realizzata con un impasto di colla e nafta, e questo solo per evitare lo stimolo della fame, il 60% delle gente è sieropositivo e l’assegnazione perfino di case di lamiera è in mano a organizzazioni malavitose. I 50.000 delegati del Social Forum, hanno marciato attraverso questi luoghi infernali prima di confluire allo stadio Kasarani e chiedersi: cosa possiamo fare per questo continente? Il Parlamento italiano sta discutendo una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo, ambito d’intervento nel quale l’Italia è la cenerentola d’Europa, e un ruolo rilevante la normativa in questione intende riservarlo agli enti locali. Il giusto modus operandi, allora, per i municipi, non deve essere meramente caritatevole ma ispirarsi ad azioni che siano di sostegno a progetti africani, grazie ai quali questo continente riesca a reggersi sulle proprie gambe. Prestare attenzione all’Africa è un modo per cominciare a restituire quanto giornalmente preleviamo con le nostre multinazionali e i nostri governi. E a proposito di multinazionali, abbiamo notato, durante la permanenza, che alcuni seminari allo stadio di Nairobi erano gestiti da Ong finanziate dalla Lyonnais des Eaux, a dimostrazione che le stesse multinazionali sono interessate ai forum mondiali e intendano magari condizionarne i lavori e rifarsi una moralità. Ebbene, questi seminari della società proprietaria di “Nuove Acque” sono andati deserti dopo aver subito forti contestazioni a opera dei rappresentati africani. Che hanno dimostrato così – ha concluso Nicotra – di non essere propriamente degli sprovveduti”.
Andrea Dalla Verde è vice-direttore e responsabile dell’area internazionale della Caritas diocesana che ha partecipato al Social Forum con una delegazione molto numerosa: “Abbiamo avuto così la fortuna di valutare sul campo i risultati di progetti avviati dalla Caritas, tipo quello nella baraccopoli di Kangemi dove la parrocchia distribuisce medicinali. La Chiesa ha in Africa un ruolo importante: prima del Social Forum, si è tenuta sempre a Nairobi la piattaforma ecumenica delle chiese africane da cui è uscito un documento che ha accomunato tutte le confessioni religiose. Accanto ai cristiani, grande dinamicità dimostrano battisti e anglicani nel decisivo tentativo di sensibilizzare e animare le coscienze anche in contesti tremendi. Cito, oltre al Kenia, Mozambico, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo dove come Caritas toscana abbiamo promosso un progetto di educazione alla pace e alla democrazia a favore di 750 bambini ex combattenti. L’indifferenza nei confronti dei problemi africani è davvero incredibile, tragedie, guerre civili, guerre fra stati, eccidi continui, scorrono senza che ci sia la minima mobilitazione e informazione. Eppure, la società africana è una società in evoluzione che cerca di muovere i suoi passi verso il progresso delle condizioni di vita individuali e collettive: tutto ciò, e questo fa ben sperare, sta nascendo proprio dal basso”.